"Errore in sala parto". E la Regione paga 5 milioni di euro (25 anni dopo)

Il parto risale a venticinque anni fa e la sentenza arriva dalla Corte d'Appello di Potenza

"Errore in sala parto". E la Regione paga 5 milioni di euro (25 anni dopo)

Una vita distrutta dalla nascita. Da un errore in sala parto. Una storia che ha del paradossale, tragicamente. Venticinque anni fa nasceva Luigi (nome di fantasia) che oggi vive con i genitori a Galatina, in provincia di Lecce. Ma come vive? Su una sedia a rotelle e si può esprimere solo a gesti. A darne notizia è "La Gazzetta del Mezzogiorno". Qualcosa più di vent'anni fa, durante il parto, è andato storto e ora la Regione Puglia deve risarcire il danno subito. Ammesso che la vita di un figlio possa essere convertita in un valore monetario. Circa 5 milioni di euro è il prezzo da pagare per la Regione del presidente Michele Emiliano. Ad emettere la sentenza la Corte d'Appello di Potenza dove il caso è arrivato dopo i due gradi di giudizio. Alla sbarra l'ospedale "Santa Maria Novella" di Galatina, in provincia di Lecce, dove mancavano, nel '92, anno di nascita di Luigi, la risonanza magnetica, la terapia intensiva e la neurochirurgia. La struttura sanitaria salentina è accusata di responsabilità per "l'insufficienza delle apparecchiature predisposte per affrontare prevedibili emergenze o complicazioni, ovvero per il ritardo nel trasferimento del paziente presso un centro ospedaliero attrezzato". Probabilmente l'errore si sarebbe potuto evitare. Secondo quanto si legge sul quotidiano regionale, infatti, già un mese prima della nascita l'ecografia aveva evidenziato nel feto un'emorragia ventricolare con la presenza di un coagulo che, secondo il consulente, avrebbe potuto creare un encefalo post-emorragico. Sarebbe bastata una risonanza magnetica che all'epoca, ma ancora oggi, manca a Galatina, il piccolo paese in provincia di Lecce dove vivono Luigi e i genitori. Risonanza che fu fatta più di un mese dopo la nascita. Fu trasferito già in ritardo all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce dove, secondo il consulente (come si legge sempre sulla Gazzetta) furono effettuate "inutili e forse dannose rachicentesi (la rachicentesi è una puntura lombare, per poter estrarre il liquido cefalorachidiano che scorre nel canale midollare della colonna vertebrale, negli spazi subaracnoidei e nei ventricoli cerebrali, ndr)". Imprudenza e rischio sono quindi alla base di un parto difficile in una struttura non attrezzata a dovere.

Perché subentra la Regione, però, nel risarcimento? Perché sul conto

della ex Usl/Lecce7 (su cui pende la sentenza) c'erano solo 700mila euro, pertanto Bari dovrà coprire il pignoramento di quattro milioni e mezzo. Che renderanno giustizia senza restituire la salute a Luigi.

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