Corpo di una donna fatta a pezzi trovato nei cassonetti di Roma

Nel pomeriggio la confessione del fratello. Dietro l'omicidio forse motivi economici

Corpo di una donna fatta a pezzi trovato nei cassonetti di Roma

È arrivata nel pomeriggio la confessione, quel "l'ho uccisa io" che circoscrive la vicenda di una donna trovata a pezzi a Roma, le membra gettate nei cassonetti della spazzatura, a un omicidio consumatosi all'interno della famiglia, forse per ragioni economiche, ancora tutte da appurare.

Ha confessato l'uomo fermato in mattinata, il 62enne fratello di Nicoletta Diotallevi, le cui gambe sono state ritrovate, tenute insieme con lo scotch da pacco, in un cassonetto dell'immondizia in viale Maresciallo Pilsudski, ai Parioli.

Un primo, macabro ritrovamento, avvenuto quando una giovane nomade che frugava tra i rifiuti si è trovata di fronte a un involucro che, una volta aperto, ha rivelato gli arti di un essere umano, staccati dal resto del corpo all'altezza dell'inguine.

Poco dopo la scoperta del resto del cadavere, questa volta non di fronte al Galoppatoio, ma in un altro cassonetto, in via Guido Reni, all'altezza del numero civico 22, grazie alle prime ammissioni di Diotallevi. E la notizia di un video, ripreso dalle telecamere di sicurezza, in cui si vede con una certa chiarezza un uomo scaricare un oggetto tra la spazzatura.

L'interrogatorio da parte delle forze dell'ordine

dell'unico sospettato, fermato in mattinato e portato negli uffici della squadra Mobile, è servito a ottenere una confessione. Viveva proprio in via Reni Nicoletta, insieme al fratello. E proprio lui l'avrebbe ammazzata.

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