Gasolio illegale nelle botti del latte: scoperto traffico internazionale

Sono stati sequestrati oltre 850mila litri di carburante per un valore complessivo di 600mila euro

Gasolio illegale nelle botti del latte: scoperto traffico internazionale

Ricostruendo le tratte principali e i nodi di smercio, la Guardia di Finanza di Gorizia ha messo a punto un maxi sequestro di gasolio di contrabbando (oltre 850mila litri) e ha altresì individuato i ben 36 mezzi sui quali viaggiava il carburante.

Con l'operazione denominata "Traffic 2" le Fiamme Gialle hanno ricostruito la dinamica del traffico illecito. Il gasolio proveniva dall'Est Europa e veniva trasportato senza controlli in autoarticolati e in cisterne del latte. A seguito di un lavoro pluriennale e di numerosi interventi eseguiti tra il 2017 e il 2019, sono finiti in manette 3 contrabbandieri. 83, invece, i soggetti denunciati a piede libero, di questi 50 sono stranieri e 30 italiani. Gli indagati risiedono tra le province di Milano, Venezia, Gorizia, Perugia, Latina, Roma, Napoli, Foggia, Taranto, Catania e Caltanissetta. Due le ipotesi di reato contestate: contrabbando di carburante e irregolarità nella circolazione di veicoli dediti al trasporto di prodotti petroliferi sottoposti ad accisa o ad imposta di consumo. Il sequestro probatorio per un valore di oltre 3 milioni di euro ha riguardato 8 motrici, 28 semirimorchi e 851mila litri di gasolio per un'evasione pari a 600mila euro.

Gli sviluppi investigativi hanno poi consentito di accertare il consumo in frode di ulteriori 1.049.677 litri di carburante. Gli accertamenti hanno preso l'avvio con il fermo di un mezzo fittiziamente destinato ad un'azienda in provincia di Gorizia. È seguito il monitoraggio del traffico stradale in transito dai principali valichi di confine con la Slovenia e dai caselli autostradali di Villesse, Monfalcone e Fogliano Redipuglia. Prima di essere messo in vendita, spesso il carburante veniva miscelato con olio vegetale o con altri prodotti dannosi per i mezzi di trasporto, ma utili ai fini di lucro.

Accompagnato da documenti attestanti diversa natura e destinazione, il prodotto petrolifero era diretto ad aziende del Centro-Sud. In particolare il foggiano è risultato essere uno dei principali snodi di smercio del carburante illegale.

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