Comunicava con l'esterno attraverso i pacchetti di fazzolettini, portati in carcere dalla moglie. E dall'amante Maria Azzarelli. Il boss Giuseppe Alfieri, detenuto a Catanzaro, continuava così a comandare la sua cosca contrapponendosi allo strapotere della "Stidda" e rendendosi autonomo da "Cosa nostra", di cui però si dichiarava alleata. Fino a quando però la polizia a Gela ha realizzato una vasta operazione arrestando nella notte 28 persone.
Secondo gli investigatori, il nuovo gruppo mafioso si occupava di "estorsioni, gestione di un vasto giro di usura, ricettazione, imposizione del prezzo della frutta (in particolare delle angurie) con illecita concorrenza e usando violenza e minacce".
I 28 arrestati sono tutti accusati di associazione mafiosa "finalizzata a commettere delitti di ogni genere e, principalmente estorsioni, furti, danneggiamenti col fuoco, usura, occupazione abusiva di immobili ed altri ancora".
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