I genitori non possono pagare i buoni pasto e alla piccola viene data, a mensa, una scatoletta di tonno e un pacchetto di cracker.
La protagonista inconsapevole è una bambina della scuola elementara “Giacomo Zanella” di Minerbe, in provincia di Verona, che durante la pausa pranzo si è vista servire, a differenza dei suoi compagni, un “pasto” completamente differente. La causa sarebbe l'impossibilità, da parte dei genitori, di pagare i buoni pasto; così, dopo i solleciti al pagamento verso la famiglia, i genitori, di origine straniere, avrebbero concordato, con il personale della mensa e il Comune, i “pasti” da dare alla piccola. I fatti sono stati denunciati dalla segreteria provinciale del Partito democratico che parla di “scelta discriminatoria” dell'amministrazione comunale guidata dalla Lega.
Per vicesindaco con delega alle Politiche familiari, si tratta di un caso limite imposto dalla "correttezza" verso quelle famiglie che pagano la mensa.Non si tratta del primo caso; altri episodi si erano verificati alla fine dell’anno scorso ma le insegnanti avevano rinunciato al proprio pasto per darlo agli alunni.
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