La morte di Luca Varani ha scoperchiato, in piccola parte, il lato oscuro della movida romana. La coca circola nei festini privati e le perversioni sessuali si moltiplicano. Da tutto questo turbinio nasce il Chemsex, mix di sesso e droga che ha già mietuto vittime e che sta riportando a galla il problema dell’HIV. “A Roma esistono diverse saune, discoteche con darkroom e club privati dove si finisce a fare sesso senza alcuna protezione”, spiega Andrea, nome di fantasia di un ragazzo “bisex” che incontriamo a Termini. "A Roma è pieno di sieropositivi", aggiunge. E le due cose, fatalmente, si legano. (guarda il video)
Nei festini gira di tutto. Spesso si fanno orge con "sesso unsafe", come ripete più volte il nostro interlocutore. E non è l'unico a pensarlo. Un altro omosessuale romano, incontrato in uno dei bar frequentati dai killer Manuel Foffo e Marco Prato, conferma questa tragica verità. "Qui è tutto un proliferare di Hiv - dice - Dopo questa storia hanno chiuso le dark room, come per cancellare una pagina brutta della realtà gay”. Durante il nostro viaggio nelle discoteche romane, molte di queste stanze del sesso recavano infatti il cartello “Locale chiuso per manutenzione”. Normalmente, però, diventano luoghi "dove la gente fa sesso senza preservativo". E i gestori, consentendolo, non fanno che "alimentare il focolare del virus che andrebbe spento invece che alimentato".
Ma non è tutto. A Roma, racconta il 21enne "bisex", "il venerdì ci sono le orge al 'diavolo dentro', dove ti presenti nudo e poi...". Poi si pratica sesso libero. "I controlli, ovviamente, non ci sono. Non è che quando vai lì ti chiedono il test dell'Hiv". Eppure, una ricerca scientifica pubblicata nel 2014 dalla London School of hygiene & tropical medicine, intitolata The Chemsex study, ha evidenziato il problema connesso al sesso tra omosessuali e bisex praticato sotto l’influenza di droghe. Nel report si evince come il chemsex stia consegnando nuova forza al virus che è stato per anni il terrore degli omosessuali. E che con difficoltà era stato combattuto. “C'è tantissima gente - testimonia, drammaticamente, Andrea - che addirittura cerca l'Hiv". "Gente sana - continua - che oragnizza dei party per contrarre il virus”. Da nemico dell’uomo a gioco perverso per raggiungere l’eros. In una sorta di roulette russa.
Tutto questo rappresenta solo una piccola e oscura parte della comunità gay che invece combatte e si schiera a favore della prevenzione. Ma la London School evidenzia anche lo stretto legame tra “droghe e locali gay”. Un circolo vizioso che “sta portando all’aumento dell’Hiv”. In una recente analisi, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato l'allarme sui rapporti tra uomini dello stesso sesso: le infezioni dovute al sesso omosessuale, si legge, erano solo il 30% nel 2005, mentre sono salite al 42% nel 2014.
Un boom che non è stato registrato tra gli eterosessuali, i cui rapporti solo nel 32% dei casi sono la causa dell'infezione da Hiv.Difficile non comprendere, allora, che alla base di tutto questo ci sia quel mix di sesso e droga. Diventata una pericolosa "moda" da fermare. A tutti i costi.
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