Le pile si sono spostate di 7 centimetri e le stampelle hanno subito smussamenti importanti. Per questo, il gip di Avellino ha disposto il "divieto assoluto di transito" ai mezzi pesanti sul viadotto Cerrano della A14, tra Pescata Nord e Pineto.
Secondo quanto riporta il documento dello scorso 18 dicembre, di cui l'agenzia Ansa sarebbe in possesso secondo alcuni quotidiani, le stampelle con cui è stato costruito il viadotto avrebbero "subito spostamenti tali da rendere le superfici contrapposte, in corrispondenza della mezzeria, schiacciate l'una sull'altra", mentre gli spostamenti avvenuti in corrispondenza delle pile sarebbro profondi, "dell'ordine di sette centimetri".
Da circa un mese, è stato disposto il divieto di circolazione per i mezzi superiori ai 35 quintali sul viadotto. Il Cerrano è una delle strutture messe sotto osservazione dalla procura di Avellino, dopo l'estensione delle indagini sulla strage di Acqualonga, quando un bus precipitò da un viadotto sulla A16, causando la morte di 40 persone. In quel caso, finirono sotto accusa le barriere del ponte, che non ressero agli urti del bus. Anche nel caso di Cerrano, le prime indagini si erano concentrate sulle barriere, ma poi sarebbero stati evidenziati problemi nella struttura, alta 89 metri.
Nel documento sarebbe citata anche una nota dell'Ufficio ispettivo territoriale di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in cui veniva segnalata la "presenza di un fenomeno di gravitazione che interessa i pendii in cui è ubicato il viadotto", fenomeno che avrebbe creato "all'interno delle strutture e delle fondazioni uno stato di coazione per il quale sono state prodotte adeguate e circostanziate verifiche globali che dimostrino la capacità del sistema strutturale di resistere". Per questo sarebbe arrivato il provvedimento di restrizione alla circolazione, consentita solamente alle auto, "fino a quando non sarà dimostrata l'ottemperanza al raggiungimento degli standard normativi".
Un altro elemento che ha portato i giudici a limitare la circolazione del viadotto è stata la mancata autorizzazione sismica, che concorre a determinare il rischio di cedimento del ponte. Il giudice ha ritenuto "assolutamente necessario, per mitigare i rischi connessi al diffuso ammaloramento dell'opera, intervenire con un intervento di limitazione del carico verticale massimo che potrà transitare sul viadotto in questione". Decisione presa, da una parte, per "le imponenti dimensioni del viadotto, alto ben 89,7 metri e con l'interferenza della sottostante presenza di una strada", dall'altra per "il mancato rilascio dell'autorizzazione sismica al progetto di risanamento presentato da Autostrade per l'Italia, che non consente di ritenere adeguati ai fini della sicurezza gli interventi provvisionali di messa in sicurezza ipotizzati da Aspi in assenza della prescritta autorizzazione sismica".
In merito a questa vicenda Aspi fa sapere "che lo spostamento di 7 centimetri non si riferisce alle pile, ma allo spostamento massimo del terreno nei pressi della Pila 1 registrato dalla strumentazione nell'arco di 3 anni (2016-2018). Tale valore non si riferisce dunque alle pile del viadotto, che non hanno mai raggiunto movimenti attenzionabili nel periodo considerato". Inoltre, Autostrade specifica che "il viadotto e l’area ad esso sottostante sono costantemente monitorati dal punto di vista geotecnico e strutturale: sull’opera sono installati dei particolari sensori che, anche nell’ultimo anno, non hanno mai rilevato alcun tipo di movimento significativo".
Al Ministero sono atati inviati anche "gli approfondimenti tecnici relativi alle fondazioni e alle cerniere, realizzati rispettivamente da un pool di esperti dell’Università La Sapienza e dall’Istituto Italiano della Saldatura. Anche queste analisi hanno confermato la sicurezza statica della struttura".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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