A un certo momento dell'anno scolastico è saltata fuori una lettera firmata da alcuni intellettuali che chiedevano al Ministro della Pubblica Istruzione la reintroduzione delle prove scritte nell'esame di maturità, abolite durante i due anni precedenti a causa del covid. Sembrava, da quella lettera, che senza le prove scritte non si sarebbe riuscita a salvare l'Italia dall'ignoranza. Non si tenevano nella giusta considerazione due cose: il disastro emotivo di giovani di 17 e 18 anni, costretti a starsene a casa per il covid, e l'inevitabile assenza di preparazione per quanto riguarda l'elaborazione di compiti scritti per via della didattica a distanza.
Il Ministro ha risolto saggiamente la questione con un accettabile compromesso: il tema d'italiano uguale per tutti e un secondo scritto stabilito dalle scuole secondo le loro specificità formative. Gli argomenti dei temi proposti hanno giustamente recepito le difficoltà dei ragazzi di affrontare la prova scritta di italiano senza due anni di allenamento. E infatti gli argomenti sembrano suggeriti dagli autori dei talk show. Poteva mancare la discriminazione razziale? E il pianeta Terra devastato dal clima sballato e dallo sfruttamento delle sue risorse? Il valore universale della scienza? E questa crudele tecnologia che ottunde i cervelli, ma, se la persona è sveglia, sa anche controllarla? Naturalmente, gli argomenti erano tutti proposti attraverso nobili testi, quelli della Segre, di Parisi, di Ferrajoli.
Come sempre, apparentemente più difficile il commento ai testi letterari: una poesia di Pascoli e una novella di Verga. Ma c'era comunque una scappatoia: per quanto riguarda il primo, si poteva fare un gran discorso sulla natura e, per il secondo, si poteva parlare degli «ultimi» (ampio sguardo dagli emigranti al reddito di cittadinanza). Difficile il tema sulla musica, ma posso immaginarmi la rasserenante sfilza di luoghi comuni che i ragazzi avranno scritto.
Però, anche là dove c'è la più elementare argomentazione, si può andare in profondità e mostrare che, anche se il tema è da talk show, si possono dire cose più sensate e profonde di quelle che si ascoltano nei talk show.
Perché l'esame di maturità resta sempre l'esame di maturità con tutte le sue ansie e ritualità: una volta aveva un carattere vessatorio e sadico, oggi si ritrova proposto con le necessarie semplificazioni, giustamente introdotte dopo gli anni di didattica a distanza. Pur con tutte le differenze accumulate nel corso della sua storia, l'esame di maturità rimane l'Esame: un assoluto esistenziale, che è bene che resti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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