Quel grande business dietro la pratica dell'utero in affitto

Dietro l'utero in affitto si nascondono molti soldi. Le cifre nella nuova inchiesta di Panorama. Si parla pure di 120mila euro per 9 mesi

Quel grande business dietro la pratica dell'utero in affitto

Di utero in affitto si continua a parlare a piccole dosi, mentre i soldi che ruotano attorno alla surrogazione di maternità sono tanti. Nonostante la pratica si stia diffondendo nelle nazioni in cui è considerata legale, sono in pochi a combatterla. Tra coloro che sono apertamente contrari, ci sono gli organizzatori del Congresso delle Famiglie di Verona, che hanno ricollocato la questione al centro del dibattito politico. Era finita nel dimenticatoio.

Adesso, però, è un'inchiesta di Panorama a raccontare nel dettaglio il sistema che si cela dietro la narrativa standard: quella che vorrebbe le madri surrogate protagoniste di un'economia del dono. Come se la bontà d'animo fosse l'unica premessa di questa tecnica di procreazione assistita. Ma è davvero così?

Stando a quanto riportato dal settimanale, le cose stanno in maniera molto diversa. Basta prendere parte alle discussioni che avvengono sui gruppi social riguardanti l'utero in affitto per rendersi conto dell'esatto contrario. La tripartizione del dono secondo Marcel Mauss, cioè quella che prescrive di donare, accettare la ricezione di un controdono e infine donare ancora, ma tutto al di fuori della logica del denaro, nella surrogazione di maternità sembra essere del tutto assente. Saranno, magari, i 50mila euro ricevuti in cambio da una giovane studentessa. La storia viene raccontata, con tutti i crismi del caso, nel nuovo numero in edicola. Saranno pure i soldi che la medesima ragazza ambisce ad ottenere per dare degna sepoltura al padre morente, ma in questa storia il "donarsi" rileva ben poco.

Le persone che si rendono disponibili a diventare madri surrogate, insomma, hanno spesso dei bisogni pratici.

Il viaggio all'interno delle piattaforme che si occupano di sintetizzare la domanda e l'offerta ci consente pure di apprendere una sorta di minimo salariale: 1200 euro mensili.

Ma c'è anche chi, come un giovane fidanzato statunitense, è arrivato a persuadere la propria compagna della bontà dell'affare: a chi dispiacerebbe ricevere 120mila dollari? Le organizzazioni pro life insistono spesso sul legame tra le pratiche dell'utero in affito e i potentati finanziari. I ricchi - sostengono - sono gli unici che possono permettersele. Leggendo certe cifre, diviene difficile dargli torto.

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