La grande frenata dei vaccini. Sicilia in giallo, caos sui dati

Appena 220mila dosi al giorno, il 41,4% in meno. Preoccupato i 3.6 milioni di "over 50" scoperti.

La grande frenata dei vaccini. Sicilia in giallo, caos sui dati

L'esodo di Ferragosto esoda anche i vaccini. Nella settimana che va dal 12 al 18 di agosto sono state effettuate 1.541.467 somministrazioni, con una media giornaliera di 220.209 assai più bassa rispetto alla settimana precedente (5-11 agosto), quando ci furono 2.629.556 punture (375.651 al giorno). Una frenata del 41,38 per cento certamente in parte giustificata dal buco nero del 15 agosto (appena 52.434 vaccini, il numero più basso dal 21 febbraio, agli albori della campagna vaccinale). Ma non sono solo le vacanze a spiegare questo calo. La curva delle inoculazioni è in flessione da settimane, dopo i picchi di giugno e prima metà di luglio: nella settimana dal 6 al 12 giugno, ad esempio, ci furono 4.082.053 somministrazioni (583.150 al giorno) e il picco giornaliero del 10 giugno (633.508 dosi inoculate) appare lontano. E nemmeno a dire che manchino le fiale: al momento ci sono 6.754.851 dosi nei frigoriferi delle regioni, pronte all'uso. Mancano piuttosto le persone disposte a vaccinarsi. I giovani stanno mandando avanti la macchina, ma quei 3.661.682 «over 50» che finora non hanno trovato la strada dell'hub sono una ferita che non si riesce a rimarginare. E poco consola il fatto che oggi festeggeremo probabilmente il traguardo dei due terzi di «over 12» vaccinati. Ieri ad aver completato il ciclo vaccinale erano 35.947.511 persone, pari al 66,56 per cento dell'universo vaccinabile e le dosi somministrate dall'inizio della campagna vaccinale erano 74.556.087 (in testa la Lombardia con 13.231.513).
Il caso Sicilia.
Oggi la cabina di regia deciderà sui colori delle regioni: la Sicilia è la più vicina alla zona gialla, ma sembra destinata a salvarsi per un pelo. Secondo l'Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la Sicilia ha sforato ieri sia il tetto del 15 per cento di occupazione delle aree non critiche (641 ricoverati su 3.701 posti letto, il 17,32 per cento) sia quello del 10 per cento delle terapie intensive (83 ricoverati su 725 posti, l'11,45 per cento). Ma la cabina di regia deciderà sui dati di martedì scorso, quando la percentuale delle terapie intensive era del 10,2 per cento. Il tasso reale sarebbe stato appena più basso del 10 per cento a causa di un piccolo aumento di posti letto in terapia intensiva non conteggiato dall'Agenas. Una magia contabile piuttosto sospetta, che profuma di colpo di spugna. Di certo la prossima settimana nessuno salverà la Sicilia dal giallo. Rischiano anche la Calabria (ieri 15,66 per cento di area non critica e 6,51 in terapia intensiva) e la Sardegna (rispettivamente 10,92 e 9,80 per cento).
Il bollettino.
Ieri intanto si sono registrati 7.260 nuovi contagi, 98 in più rispetto al giorno precedente ma 10 in meno rispetto al giovedì sella settimana precedente. Considerando che ieri l'indice di contagio era di 3,52 tamponi positivi ogni 100 refertati e che sette giorni fa era di 3,35 possiamo parlare di un plateau quasi raggiunto. L'incidenza dei contagi era ieri di 73,63 casi ogni 100mila abitanti con ancora la Sardegna (156,36) e la Sicilia (155,84) in testa. In lieve aumento i dati ospedalieri con 4.

087 ricoverati (+86 rispetto al giorno prima, +760 rispetto a sette giorni prima), 3.627 in area non critica (+68 e +652) e 460 in terapia intensiva (+18 e +108). Il tasso di occupazione in area non critica è del 6,44 per cento, quello delle terapie intensive del 5,31.

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