Una Roma da cartolina, oggi è proprio il caso di dirlo. Dal cielo la Capitale è un racconto silenzioso della storia del nostro Paese. Tanto perfetto quanto surreale. Come le immagini delle cartoline turistiche esposte nei negozi di souvenir di piazza del Popolo. Nessun passante intralcia la visuale dell’Altare della Patria, neanche un prete attraversa piazza San Pietro dove la cupola di città del Vaticano si affaccia maestosa. Desolata di fronte all’obelisco.
Per gli italiani continua la quarantena forzata. Seppur i contagi del Covid-19 stiano calando a poco a poco, il governo non allenta le restrizioni. Neanche nel lunedì dell’Angelo, che da anni non ricordava un giornata di tempo sereno. Raddoppiano i controlli in tutte le città d’Italia per bloccare la fuga dei cittadini che ogni anno scappano nelle case al mare, o nei prati di collina per festeggiare la Santa Pasqua. Le forze dell’ordine pronte a smascherare i disubbidienti tappezzano il capoluogo laziale. Spezzano in piccoli tratti le strade che portano al mare. Ostruiscono il passaggio da un quartiere all’altro della città. Dal cielo gli uomini del reparto volo dei carabinieri sono l’ennesimo occhio sui cittadini. Gli elicotteri sorvolano tutta la città e in pochi minuti riescono ad osservare ogni singolo spostamento a terra.
“In questo momento le nostre risorse sono in gran parte impegnate nei controlli per il rispetto delle norme anti-contagio. I nostri elicotteri svolgono un ruolo fondamentale, di supporto alle centrali a terra, con le quali siamo sempre in collegamento”, ci spiega Gianfranco Romagnano, Tenente Colonnello del Nucleo Elicotteri Carabinieri del Gruppo Volo di Pratica di Mare.
Dalla plancia di comando la comunicazione con le pattuglie è costante. I carabinieri, dall’alto e attraverso potenti telecamere riescono ad intercettare, vetture e pedoni anche nei luoghi più nascosti e difficili da intercettare via terra. Non appena si intravedono situazioni dubbiose dal cielo, via radio, si comunica con la centrale operativa per segnalare i probabili fuori regola e far partire i controlli. Una lente d’ingrandimento invisibile per chi non sa di essere osservato. Un deterrente per chi, provando a sgarrare le regole, ode il suono delle pale passare sulla proprie testa.
Scompare il bollettino annuale sulle presenze nelle località di mare. I primi “più” della stagione per gli stabilimenti balneari. I confronti con gli incassi degli anni precedenti per ristoratori e proprietari di hotel. L’unica conta che si aggiunge nel giorno di Pasquetta a quella quotidiana dei decessi per coronavirus è quella di chi ha infanto le regole tentato dalle festività. A Palermo qualcuno si è ribellato agli “arresti domiciliari”, costringendo le forze dell’ordine a intervenire per interrompere gli assembramenti sopra i tetti delle abitazioni. Adibiti a festa tra musica e schiamazzi, per non rinunciare alla grigliata al sole. Ci avviciniamo a piazza Navona e in affetti anche qui, c’è qualcuno che ha scelto di sistemare sul tetto il grande tavolo da pranzo. Sono almeno una decina di persone. Niente balli e musica in stile palermitano questa volta, ma la distanza sociale non è stata rispettata e non appena il nostro elicottero si allontana dall’area parte la segnalazione.
Eppure le spiagge di Ostia sono deserte. Il mare una tavola. Tanto calmo che pare voglia distribuire il senso di tranquillità che forse inizia a mancare agli italiani, a cui il virus ha strappato via la propria libertà. Nessuna imbarcazione sporca il tappeto blu che dalla striscia sabbiosa si stende fino ad intersecarsi con il cielo. “Effettivamente sopratutto in questi ultimi giorni abbiamo notato che sono veramente poche le persone che non hanno capito che è importante rispettare le regole per prevenire il contagio,” ci racconta Romagnano.
La voglia di ribellarsi, il desiderio di riprendersi la propria libertà sembra non superare il senso di responsabilità degli italiani. Che forse con il tempo ripagherà e per qualcuno, magari, sarà valso la vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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