Contestazioni ma anche applausi. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ieri è andato nel capannone occupato abusivamente nel centralissimo quartiere romano di San Lorenzo, dove era stato trovato il cadavere di Desirée Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina morta per overdose dopo essere stata vittima di uno stupro di gruppo. La zona degradata è nota per essere il feudo degli spacciatori africani, i quali sarebbero anche i responsabili dell'omicidio di Desirée.
Salvini è stato contestato al suo arrivo da un gruppo di ragazzi dei centri sociali che lo hanno accolto con striscioni e insulti. Sicuramente sarà stata una buona occasione per prendersela con il leader leghista ma, di fatto, quella che appare è una scelta di campo, un affermare che è meglio stare con stupratori e pusher piuttosto che con le istituzioni. «Fenomeni che difendono i delinquenti», li ha definiti il ministro dell'Interno. E alle urla di «sciacallo», Salvini non si è scomposto e si è rivolto ai giornalisti dicendo: «Provo tristezza per i ragazzotti dei centri sociali che preferiscono gli spacciatori ai cittadini. Loro e chi la pensa come loro avranno la nostra attenzione». Alle contestazioni hanno risposto anche diversi cittadini, che hanno applaudito Salvini invitandolo a infischiarsene di chi lo insultava. Essendo l'immobile sotto sequestro, il ministro non ha potuto farvi ingresso ma ha fatto una promessa: «Tornerò qui a incontrare i residenti, ma da ministro mi impegno a fare pulizia e a tornare con la ruspa. Ci sono cento palazzine a Roma in queste condizioni con delinquenti che difendono le occupazioni abusive e lo spaccio».
Salvini è anche intervenuto sull'inchiesta e ha ribadito che «non si può morire stuprata a 16 anni nel cuore di Roma. Ho chiesto al Procuratore della Repubblica di usare il pugno di ferro. Si sta lavorando per mettere in galera questi vermi, queste bestie. Procura e Questura hanno le idee chiare. Stanno facendo i riscontri del caso. Temo che anche questa volta siano tutti cittadini stranieri. Va resa giustizia a questa ragazza, punto». C'è infatti un testimone, un ragazzo senegalese, che conferma lo stupro di gruppo e sarebbero sei le persone sotto interrogatorio della Squadra mobile.
La zona di San Lorenzo, al pari di molti altri quartieri degradati delle città italiane, è diventata luogo di ritrovo e base per gli spacciatori di droga. Non è un quartiere off limits come accade in altre zone d'Italia, dove l'alto tasso di criminalità impedisce addirittura alle forze dell'ordine di operare. La cronaca italiana, purtroppo, racconta troppo spesso episodi in cui lo Stato non ha la forza di controllare il territorio. E non parliamo solo di mafia, camorra e ndrangheta, ma anche di palazzi occupati abusivamente da centri sociali o da migranti clandestini che sono diventati terra di nessuno. Oppure di episodi, come quello accaduto a Roma nei giorni scorsi, in cui i militanti di Casa Pound hanno impedito un'ispezione della Guardia di finanza in un edificio occupato.
Il ministro dell'Interno, però, ha intenzione di premere sull'acceleratore e di riconquistare i territori perduti dallo Stato.
«Recupereremo legalità via per via, quartiere per quartiere ha promesso Salvini -. Vengo qua da ministro e mi impegno a riportare legalità e tranquillità, non solo qui, dopo anni di nulla se non di complicità, vedremo di intervenire con la mano pesante».
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