I dipendenti di Equitalia a Renzi: "Per noi danno e beffa"

I dipendenti dell'agenzia di recupero crediti sul piede di guerra. Temono per il posto di lavoro: "Già pronti i ricorsi"

I dipendenti di Equitalia a Renzi: "Per noi danno e beffa"

Fare i conti senza l'oste. Renzi a quanto pare conosce poco questo adagio. E così la vicenda della chiusura di Equitalia si complica e non poco per il premier. Dopo l'annuncio spot su condoni e tagli alle cartelle per sedurre il pubblico del Sì al referendum, Renzi deve fare i conti con la realtà. Una realtà ben diversa da quella raccontata dal premier che pian piano si è rimangiato il condono, ha fatto un mini sconto sugli interessi sulle multe non pagate e di fatto si appresta solo a cambiar nome ad Equitalia trasformandola in Agenzia Riscossione. Ma che ne sarà delle migliaia di impiegati della società di recupero crediti? Il premier non ha per nulla considerato il futuro di questi lavoratori che adesso vedono il loro posto a rischio immolato nel nome di una mancia elettorale tutta renziana.

E così i dipendenti di Equitalia sono pronti a dar battaglia fino alla fine per mandare in aria i piani del premier. Il Segretario generale della Uilca, sindacato dei dipendenti delle agenzie di riscossione, Massimo Masi su questo punto è chiarissimo: "'In questi anni ho difeso strenuamente le lavoratrici e i lavoratori di Equitalia dagli attacchi di giornali e politici, ho espresso loro solidarietà e vicinanza quando sono stati minacciati da atti di terrorismo, bombe e minacce fisiche. Tutto ciò solo per aver svolto il proprio lavoro, che le leggi gli hanno affidato. Leggi che, nel corso degli anni, sono state presentate dai partiti politici e poi approvate dal parlamento e dal governo''. E ancora: 'Da quanto si evince dalla lettura di questo assurdo decreto - continua Masi - si tratta di un obbrobrio sia politico che giuridico, che contrasteremo in tutte le sedi opportune''. ''Sul campo politico - sottolinea Masi - proclameremo unitariamente scioperi generali e altre iniziative di lotta a difesa di quei diritti fondamentali, come il posto di lavoro e la dignità dei lavoratori, duramente conquistati fino ad oggi. Diritti basilari che oggi sono fortemente a rischio, per questo motivo invitiamo tutti i dipendenti a denunciare l'accaduto anche sui social media, per far capire a tutta la cittadinanza l'enorme rischio che stanno correndo se si attuasse questa selezione''. A questo punto arriva una vera e propria dichiarazione di guerra per Renzi: "Dal punto di vista giuridico -continua Masi- ci appelleremo alla magistratura per contrastare questo inammissibile decreto''. ''Ancora una volta - aggiunge Masi - le lavoratrici e i lavoratori pagano le allucinanti esternazioni di Renzi che, da un lato, protegge i poteri forti e l'evasione fiscale, e dall'altro, crea altra precarietà e profonda incertezza sul futuro, gettando nello sconforto le famiglie di quasi 8.000 dipendenti del settore che hanno subito da anni trasformazioni e blocchi salariali pesantissimi. Al Premer Renzi non è bastato il Jobs Act, ora si crea precarietà anche per decreto''. ''Saremo sempre al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Equitalia e li sosterremo in questa dura battaglia - conclude Masi -, attivandoci fin da ora con tutte le forze politiche affinché si proceda allo stralcio della selezione dei dipendenti che hanno diritto, Tutti, alla certezza di un posto di lavoro''. E alle proteste dei dipendenti ha risposto il viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti: " "Ritengo doveroso tranquillizzare i dipendenti di Equitalia. Sono da sempre al centro di attacchi vergognosi da parte di forze politiche irresponsabili ed è normale che vivano certi passaggi con apprensione. Noi sappiamo perfettamente che i primi ad essere contenti di una riforma della riscossione in senso meno vessatorio rende felice anzitutto chi, come loro, deve applicare le regole che Governo e Parlamento decidono". "Le norme - prosegue - sono chiare: il passaggio nel nuovo ente pubblico economico sarà per tutti senza soluzione di continuità e nel mantenimento delle posizioni giuridiche e contrattuali.

Se sarà opportuno migliorare il testo su questo punto per renderlo ancora più chiaro, lo faremo insieme al Parlamento, ma tengo a ribadire che è un punto fermo e so di dire qualcosa che è condivisa da tutto il Governo".

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