I falsi ciechi di Latina: "Gratta e vinci" in mano

Grattavano biglietti della lotteria “istantanea”, facevano la spesa leggendo attentamente il prezzo e la data di scadenza dei prodotti, pagavano con il bancomat digitando il pin

I falsi ciechi di Latina: "Gratta e vinci" in mano

Falsi ciechi a Latina. Grattavano biglietti della lotteria “istantanea”, facevano la spesa leggendo attentamente il prezzo e la data di scadenza dei prodotti, pagavano con il bancomat digitando il pin, passavano ore immersi nella lettura di libri. Insomma, ancora una volta nel mirino della Guardia di Finanza degli invalidi, o perlomeno, presunti tali. È l’operazione “occhi aperti”. Secondo i baschi verdi di Fondi, in provincia di Latina, c’è voluto un anno di indagini, pedinamenti, riprese a distanza ravvicinata, appostamenti mirati, anche di notte, per smascherare tre soggetti che da anni, uno dal lontano 1985, percepivano senza avere alcun titolo una pensione di invalidità. Un’indennità dovuta alla totale assenza di vista, invalidità al cento per cento per tutti e tre gli “impostori”. Almeno secondo le prove portate al gip che ha aperto un fascicolo per frode ai danni dello Stato, l’Inps in particolare. Ed è proprio l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale che si è costituito parte civile contro i tre per la restituzione del maltolto: oltre mezzo milione di euro in totale. Il primo denunciato è un 47enne, D.A.G., ripreso mentre cammina per strada con andatura a dir poco disinvolta. L’uomo avrebbe percepito indebitamente oltre 121mila euro dal febbraio del 2008. La seconda indagata è una donna di 59 anni, V.F., che dal dicembre del 2009 ha ottenuto, senza titolo, oltre 120mila euro. Infine c’è lui, un pensionato di 70 anni che da oltre 31 anni, dal giugno del 1985 per l’esattezza, ha incasso come “non vedente” più di 300mila euro. Peccato che dal panettiere non aveva difficoltà a prendere il numeretto dell’eliminacode e ad attendere il proprio turno fissando, senza nemmeno gli occhiali, il tabellone. Per non parlare del comportamento agli attraversamenti pedonali e di fronte ai semafori, perfettamente rispettati in completa autonomia e senza il bisogno di alcun accompagnatore. Il primo dei sospetti viene addirittura ripreso dai finanzieri mentre fa “canestro” nel cestino della spazzatura con un vecchio biglietto “gratta e vinci”. Manco a dirlo nessuno dei tre utilizzava un cane addestrato, un bastone o un accompagnatore. Erano talmente sicuri, spiegano gli investigatori, che non sentivano affatto il bisogno di recitare in pubblico alcuna parte. Insomma, tutti e tre i diversamente abili davanti a prove schiaccianti non hanno potuto far altro che avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti, rimettendosi nella mani del proprio difensore.

L’esame della documentazione in possesso dell’Inps ha permesso ai “segugi” della Fiamme Gialle di produrre i definitivi elementi probatori. Casi isolati? Per niente. A Roma, tre anni fa, una settantenne residente in zona Tor de’ Cenci, viene filmata mentre guida l’auto, entra nei supermercati per fare la spesa, si mette in fila guardando, pazientemente, il tabellone luminoso. Cosa c’è di strano? Nulla se non fosse che la signora per il sistema previdenziale italiano risultava non vedente. Cieca assoluta, tutto a causa di una presunta maculopatia senile, accertata una decina di anni prima dai medici della Asl. Malattia che avrebbe portato la “poveretta”, in pochi mesi, alla totale cecità. Tanto da percepire dal 2003 una pensione di invalidità per una somma totale di oltre 100mila euro letteralmente scippata all’Inps e agli altri assistiti. Un altro 70enne viene scoperto, sempre dalla Guardia di Finanza, a Marino, ai Castelli Romani. L’uomo si finge cieco nel 1998 pianificando un piano diabolico: licenziato dall’ente Poste dove lavorava, riesce a percepire la pensione appena maturata assieme all’assegno di accompagnamento. Alla prima si aggiunge la pensione di invalidità che gli permette, assieme a tutto il resto, di vivere in condizioni agiate. Per tutti scatta la denuncia alla Procura della Repubblica per il reato di truffa in danno dello Stato, ex articolo 640 comma 2, primo capoverso del codice penale, nonché la segnalazione all’Inps per il recupero delle somme percepite e la cessazione dell’erogazione delle pensioni o indennità. Non è finita.

I medici compiacenti, ovvero i professionisti facenti parte delle commissioni mediche per l’accertamento degli stati di invalidità, sono indagati secondo l’articolo 479 del codice penale in materia di falsità ideologica commessa come pubblico ufficiale in atto pubblico.

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