"I lockdown non servono a nulla" Bassetti contro le chiusure totali

Secondo il professore servono chiusure mirate e una "marea" di vaccini. Ne sono la prova gli americani che a maggio raggiungeranno l'immunità di gregge

"I lockdown non servono a nulla" Bassetti contro le chiusure totali

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova e professore ordinario all'Università della città ligure, ancora una volta ha tenuto a ribadire che i lockdown non servono a nulla.

"L'Italia è arrivata tardi"

In una intervista a Libero, il professore ha sottolineato che “in Italia le varianti le abbiamo da mesi, mica da 15 giorni. Ricorda quando il governo ha chiuso i voli con l'Inghilterra? Avevo detto che dovevamo investire di più nei laboratori per cercare di studiare le mutazioni del virus. Magari l'aumento di casi di ottobre-novembre è stato provocato da una trasformazione locale del Covid, una variante brianzola piuttosto che di un altro territorio, non per forza legata all'estero. Le varianti possono essere anche italiane. Il problema è che anche su questo l'Italia è arrivata tardi”. Insomma, secondo quanto affermato da Bassetti, un lockdown non avrebbe né senso, né un valore scientifico, in quanto le chiusure devono essere mirate e tempestive, e non basate da indicatori di una decina di giorni prima.

Fin dall’inizio il professore non è mai stato tra quei colleghi che sono soliti creare allarmismo, anche perché un atteggiamento del genere certo non aiuta ad affronatre il problema. Forse proprio per questo Bassetti viene spesso invitato in varie trasmissioni, nelle quali spiega sempre con calma e lucidità la situazione. E sulle varianti l'Italia è arrivata tardi anche perché, come ha precisato Bassetti, “una parte dei nostri laboratori non era attrezzata per determinarle. Ci vogliono investimenti, strumenti particolari. La macchina che analizza i tamponi molecolari - per semplificare la questione - non è la stessa che sequenzia il virus. Serviva un'organizzazione migliore”. E anche adesso il professore dubita che tutti i laboratori italiani siano in grado di analizzare le varianti in modo autonomo. Ha poi fatto un raffronto con gli altri Stati europei: in Italia si riusciva a fare 10 determinazioni di varianti ogni mille casi positivi, mentre nel resto d’Europa la media si aggirava intorno a 50, e nel Nord Europa addirittura a 100-150.

Quando arriverà la terza ondata

Come già aveva spiegato, le prossime 5 settiamane saranno decisive per riuscire a capire come andrà la situazione.

Anche perché, se davvero ci sarà la terza ondata, arriverà proprio in questo periodo. Infatti, con la fine dell’inverno cominceremo a uscire di più e la speranza è che molti cittadini abbiano già ricevuto il vaccino. Bassetti non ha quindi risparmiato il suo giudizio sulla campagna vaccinale, a suo dire ampiamente rivedibile, dato che è mancata una strategia informativa adeguata. “Andava iniziata subito dopo la fine dell'estate: bisognava spiegare alla gente cosa significa vaccinarsi, quali sono i rischi, le modalità. Doveva essere una cosa martellante, sui giornali, in tivù, sui social. Oggi una parte della popolazione è scettica soprattutto perché sono state veicolate informazioni non del tutto corrette” ha sottolineato l’esperto. E anche l’idea delle Primule non sembra avere riscontrato molto gradimento in Bassetti. Secondo il suo parere il governo avrebbe dovuto confrontarsi con le Regioni e i presidenti, chiedendo loro la disponibilità di strutture chiuse già esistenti dove poter fare i vaccini. Come per esempio palestre, teatri, cinema e fiere. Stesso discorso per reclutare i medici e gli infermieri. Il governo avrebbe dovuto dare alle Regioni le risorse e queste si sarebbero impegnate ad assumere il personale necessario.

Anche con il piano regolatorio qualche errore c’è stato: “Abbiamo approvato il vaccino di Astrazeneca fino ai 55 anni e dopo 10 giorni abbiamo allungato la fascia d'età ai 65: le persone vanno in confusione, si fanno delle domande. Abbiamo comprato questo vaccino in grandi quantità e l'abbiamo fatto passare per uno di serie B, il che non è assolutamente vero. Ci siamo fatti male da soli. A tutto questo si aggiunge il fallimento dell'Ue nell'acquisto delle dosi”. Lodevole secondo Bassetti l’iniziativa del governatore del Veneto Luca Zaia che aveva trovato 27 milioni di dosi in autonomia, ma coinvolgendo comunque l’Aifa e il ministero della Salute. Tutto finito in una bolla di sapone.

Sbagliato il messaggio dell'Iss

Per Bassetti sarebbe sbagliato anche il messaggio dell’Istituto superiore di sanità di restare a casa. Può andare bene per “le persone più anziane, quelle più fragili che sono in attesa della vaccinazione, quelle sì. Ma non puoi continuare a generalizzare: la gente ha perso la pazienza. L'Iss che dice di non uscire è lo stesso che dice che si cominciano a vedere gli effetti della vaccinazione. Il deficit comunicativo è evidente”. Come ha spiegato, il vaccino è efficace sulla variante inglese, mentre sulle altre due, quella sudamericana e quella brasiliana ancora non lo sappiamo e si potrà capire solo nei prossimi giorni. Nel caso in cui non riesca a contrastare le varianti si dovrà somministrare la terza dose. E la casa farmaceutica Moderna ha già asserito di riuscire eventualmente a produrla in due settimane.

Le varianti sono maggiormente pericolose perché quella inglese contagia di più, mentre le altre due riescono ad aggirare le difese immunitarie. In poche parole, chi è infetto ha gli anticorpi che non riescono però a difendere l’organismo. “Non servono lockdown, ma una marea di vaccini. A maggio, grazie alla vaccinazione di massa, gli Stati Uniti avranno raggiunto l'immunità di gregge”.

E in Italia, con questo ritmo forse ci riusciremo per fine anno. “Ancora una volta gli americani hanno dimostrato che al massimo possiamo lavargli la macchina” ha concluso il professore. Come dargli torto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica