I rom vogliono prendersi i profughi nei campi nomadi

La proposta dei nomadi di Prato. Profughi accolti nelle roulotte dei campi rom. Insorgono Lega e Forza Italia

I rom vogliono prendersi i profughi nei campi nomadi

Una proposta che ha fatto e farà discutere. Il capo nei nomadi di Prato, Ernesto Grandini, ha lanciato il suo appello alle istituzioni: i profughi che arrivano sulle coste italiane li vuole far ospitare alla sua comunità, nelle roulotte. "Stiamo assistendo da mesi a un dibattito drammatico sul tema dell'immigrazione - scrive in una nota - Come ogni estate riemerge prepotentemente e sempre con più forza l'emergenza profughi, con le sue centinaia di morti nel mediterraneo e un sistema di accoglienza costantemente sotto la lente d'ingrandimento, travolto da scandali, speculazioni politiche di ogni tipo, inefficienze e degrado. Anche se, va sottolineato, su questo versante non mancano certo esperienze virtuose e positive".

Così, forse pensando a quei 37 euro che l'accoglienza mette a disposizione, i nomadi sono pronti ad aprire le loro baracche. "Non possiamo continuare a guardare con indifferenza tutto quello che sta accadendo - continua la nota dei Sinti - La mia comunità è quindi disponibile ad accogliere i profughi, nella misura in cui può essere per noi sostenibile e per loro dignitosa". "Siamo portatori incessanti di una domanda di accoglienza e tolleranza nei nostri confronti - ha aggiunto Grandini - Oggi vogliamo provare a dare invece il nostro piccolo contributo in una città come Prato, che rispetto a tante altre della Toscana sta accogliendo un gran numero di migranti. Non sarà certo un gesto risolutivo ma potrebbe cambiare la vita a qualcuno ed è nostro dovere, come cittadini italiani, dare un contributo di solidarietà ai problemi che vive il territorio in cui viviamo e una risposta diversa dalla paura".

La proposta non è piaciuta a tutti. Anzi. Si sono sollevate diverse proteste. Lega Nord e Forza Italia ne hanno messo in dubbio la fattibilità pratica, ma soprattutto ne hanno denunciato la volotà di lucrarci.

"La nostra disponibilità resta quella di accogliere singole persone o famiglie all’interno dei nostri nuclei familiari - ribadisce però il capo dei sinti di Prato al Tirreno - così da poter offrire sostegno a nostre spese a chi si trova in una situazione di difficoltà estrema scappando da guerre e fame. Crediamo che per cambiare la situazione ci sia bisogno di darsi da fare concretamente e seriamente. È una naturale disponibilità espressa da una comunità da sempre tenuta ai margini".

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