Che cosa avrà fatto di male la scuola italiana per meritarsi un sindacato degli insegnanti così e pure un ministro così così. Qualche giorno fa scrivevamo della fuga di molti professori dagli esami di maturità e paragonavamo la loro insipienza all'abnegazione di tante altre categorie di lavoratori pubblici e privati, che in tempo di emergenza Coronavirus hanno invece moltiplicato il loro impegno al servizio del Paese. Ieri è successo un piccolo fatto che conferma la nostra impressione. A Prato un'insegnante, la maestra Francesca, ha portato i bambini della sua classe in un parco e - dopo averli fatti accomodare sull'erba ben distanziati - ha iniziato a leggere loro delle fiabe. Apriti cielo: l'iniziativa non rientra nelle procedure ministeriali e non è prevista dagli accordi sindacali, e proprio il sindacato ha sollevato il caso con una «vibrata protesta» che mette fine all'esperimento di Francesca. La quale, con il suo atteggiamento, avrebbe messo in cattiva luce i suoi colleghi, evidentemente privi di fantasia e forse anche fannulloni.
Questa vicenda descrive meglio di qualsiasi saggio lo stato pietoso in cui è precipitata la nostra scuola, oltre che il sindacato. A furia di livellare tutto verso il basso, rischiano di andare a fondo anche i non pochi insegnanti che viceversa lottano ogni giorno tra mille difficoltà per tenere il più alto possibile il livello della scuola italiana.
Noi oggi siamo tutti Francesca, ma non ci illudiamo. Troppi insegnanti stanno, per convenienza e quieto vivere, dalla parte del sindacato più retrogrado e socialista dell'Occidente. E in quanto al suo immediato futuro, la scuola è pure nelle mani della ministra grillina Lucia Azzolina, che da tre mesi sta cercando di trovare un'idea per riaprire a settembre. Ne sforna praticamente una al giorno. Si va dall'entrata distanziata tra classi (le ultime entrerebbero a pomeriggio inoltrato e nessuno spiega chi si dovrebbe occupare dei bambini durante l'attesa) ai banchi separati da pareti di plexiglas.
Va tutto bene, per carità, ma segnalo al ministro che nelle scuole pubbliche mancano carta igienica e gessetti, chi pagherà tutta questa plastica, che dirà Greta?Io ho un'idea. Perché non affidare la scuola a maestra Francesca e la finiamo qui con tutte queste assurde e ridicole cavolate (sindacati permettendo)?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.