Brescia, l’omicidio nella fonderia: il nipote di Bozzoli condannato all’ergastolo

Mario Bozzoli fu ucciso nell'ottobre del 2015. Secondo i magistrati, il nipote avrebbe cremato il cadavere in un forno della fonderia di cui lo zio era co-titolare

Brescia, l’omicidio nella fonderia: il nipote di Bozzoli condannato all’ergastolo

È stato condannato all'ergastolo Giacomo Bozzoli, il nipote di Mario Bozzoli, l'imprenditore scomparso dalla fonderia di cui era titolare insieme al fratello a Marcheno, nel Bresciano, l'8 ottobre del 2015. Secondo i magistrati della prima sezione penale del Tribunale di Brescia, il 50enne fu ucciso e poi "cremato" in uno dei forni della ditta. La Corte ha anche inviato gli atti alla Procura perché valuti per il fratello di Giacomo, Alex, il reato di falsa testimonianza, e per l'operaio di Aboagye Akwasi, che era presente la sera del delitto nella fonderia di via Gitti, per favoreggiamento. Più pesanti le richieste per l'altro operaio che era in turno la sera dell'omicidio, Oscar Maggi: l'ipotesi formulata dai magistrati è di concorso in omicidio e la distruzione di cadavere.

La condanna all'ergastolo

La sentenza è arrivata dopo ben 22 udienze e un anno di processo. In prima istanza, gli inquirenti avevano ipotizzato che Giacomo Bozzoli avesso ucciso lo zio e poi avesse caricato il cadavere in auto per disfarserne in qualche luogo. All'ultimo momento, però, la tesi accusatoria è cambiata: "Ha ucciso lo zio distruggendo il corpo nel forno in concorso con altri". Secondo gli avvocati di parte civile sarebbe stata determinante la perizia sullo stesso forno e la prova in scala per dimostrare che distruggere il cadavere nel forno della fonderia sarebbe stato "tecnicamente possibile". Lo scorso mercoledì, il pubblico ministero di Brescia, Silvio Bonfigli, aveva chiesto l'ergastolo per l'imputato. Ieri, l'avvocato Luigi Frattini, difensore di Giacomo Bozzoli, aveva richiesto l'assoluzione per "mancanza di prove". Le motivazioni della sentenza sono attese tra 90 giorni.

L'omicidio

L'imprenditore Mario Bozzoli, 50 anni, co-titolare di una fonderia di Marcheno, fu ucciso e fatto sparire la sera dell'ottobre del 2015. Gli inquirenti fissarono l'orario dell'omicidio tra le 19.13, quando telefonò alla moglie, Irene Zubani, per dirle che sarebbe passato a prenderla in ritardo: Bozzoli non uscì mai più dalla fonderia. Gl investigatori ipotizzarono che fosse stato assassinato e infilato nel forno più grande della ditta che, alle ore 19.20, andò in blocco dopo un'anomala fumata bianca. Nel mirino degli inquirenti finì Giacomo Bozzoli, nipote del 50enne, con il quale pare che la vittima non avesse rapporti idilliaci per via di alcuni contrasti riguardanti la gestione dell'azienda di famiglia. Al netto delle varie ipotesi investigative, Giacomo Bozzoli fu imputato nel processo per omicidio dell'imprenditore.

Il pg Marco Martani e l'aggiunto Silvia Bonfigli hanno sempre sostenuto che il 36enne avesse dato seguito al progetto di uccidere lo zio salvo poi trasportare il cadavere all'esterno della ditta infilandolo nel baule della sua Porshe Cayenne. Ad aprile del 2022, la Corte d'Assise ordinò il "test del suino" per accertare gli effette della combustione di un corpo in un forno ad alte temperature.

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