Una bravata che potrebbe costargli molto caro. L'uomo che si è fatto immortalare sorridente su Facebook sotto l'epigrafe di Giovanni Mattiuzzo, 22enne vittima insieme ad altri tre giovani amici di un incidente vicino Jesolo, racconta ora di essere costretto a scappare dal paese con la famiglia.
Per quel post il 33enne è stato oggetto di una spedizione punitiva messa in atto da tre sconosciuti che l'hanno picchiato davanti al suo locale a Musile di Piave. L'immagine è stata postata da un amico, che ha contattato il giorno dopo per far rimuovere quel contenuto chiedendo pubblicamente scusa per il gesto irrispettoso. Troppo tardi perché l'immagine era già diventata virale e qualcuno l'avrebbe salvata e diffusa nuovamente: "Certo, mi assumo le mie responsabilità, so di aver sbagliato - ha detto al Gazzettino - ma non è colpa mia se qualcuno ha voluto riaccendere quanto si era spento."
La foto, contro la quale la famiglia Mattiuzzo avrebbe deciso di agire per vie legali, era stata denunciata con sdegno sempre sui social dalla sorella della vittima. "Era stata scattata per far capire che ero stanco "morto" dopo 14 ore di lavoro - ha provato a spiegare il 33enne - non ci ho fatto caso, non ho guardato l'immagine alle mie spalle. Non conoscevo nessuno di quei ragazzi e non seguo la cronaca"
Adesso dice di dovere chiudere l'attività e lasciare il paese per paura di ritorsioni
contro di lui e i suoi cari: "Non ho più vita. Ho già mandato via mia moglie e figlio perché temo per la mia e la loro incolumità. Ho ricevuto minacce social da tutta Italia. Ora cosa faccio? Ho la vita rovinata"
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