Incubo baby-gang a Manduria, nuovi arresti per il caso Stano

È emerso dalle indagini uovo episodio di violenza verso un altro disabile. Sono in tutto nove i giovanissimi fermati dalla polizia. Sei di questi, minorenni, erano in libertà

Incubo baby-gang a Manduria, nuovi arresti per il caso Stano

Si torna a parlare di baby-gang a Manduria, in provincia di Taranto. Sono nove, tutte giovanissime, le persone arrestate per le aggressioni effettuate nei confronti del 65enne Cosimo Stano, morto a fine aprile in ospedale. E spunta anche per un nuovo episodio di violenza, vittima un altro 53enne di Manduria, Fiorello Stano (solo omonimo e non parente dell'uomo deceduto qualche mese fa). "Il secondo atto di una storia agghiacciante" l'ha definito il procuratore capo della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo. I reati contestati sono gravissimi: tortura, lesioni, danneggiamento e violazione di domicilio aggravati. Entrambe le vittime avevano problemi di disabilità. Dei nove giovani nei cui confronti sono state emesse le ordinanze, due erano già nell'istituto penitenziario per minori, e l'unico maggiorenne era già in carcere per le le aggressioni a Cosimo Stano. Sei minorenni erano, invece, in libertà e questa mattina sono stati trasferiti nell'istituto di pena per minorenni. "Attraverso una verifica attenta e scrupolosa sui telefonini sequestrati - ha detto Capristo - siamo riusciti a individuare addirittura un secondo gruppo di minorenni" che hanno torturato un'altra persona con problemi fisici. "Abbiamo scoperto questo gruppo (su whatsapp, ndr), che era solito chiamarsi "Ultima di carniali" (l'ultima di Carnevale, ndr). Nome scelto, questo, perché alcuni episodi di violenza sono avvenuti proprio l'ultimo giorno di Carnevale".

Questo gruppo ha imitato e riproposto le stesse, turpi azioni verso un 53 enne che l'1 aprile scorso è stato chiamato all'esterno della sua abitazione per poi essere colpito con calci e pugni sino a provocargli la caduta dei denti incisivi".


A questo punto deve essere fondamentale l'intervento della scuola, della famiglia e dei servizi sociali, come sottolineato dallo stesso Capristo. Questi giovani per puro divertimento aggredivano i diversamente abili e si compiacevano delle loro azioni, comunicando tra loro la "gioia" del gesto criminale. Per Capristo, "c'è urgenza di un intervento istituzionale che faccia fronte a questa crescita esponenziale di quelle che non sono baby gang ma criminali organizzati e che domani saranno probabilmente criminali ha andranno a riempire organizzazioni più violente. Certo - ha rilevato il procuratore - mi auguro che questo non accada . C'è attenzione della commissione antimafia verso queste problematiche che sono urgenti e vanno affrontate con attenzione". Un'urgenza che nasce anche per le famiglie di questi ragazzi. La madre di uno di loro avrebbe risposto agli investigatori: "Beh, ma questi ragazzi che devono fare?".

Agghiaccianti i messaggi trovati nella chat dei gruppi su whatsapp. Emerge la necessità di procurarsi delle mazze per colpire le povere vittime. "Ho preso la mazza, nella gamba gli ho tirato un colpo. Ha cominciato a gridare come un dannato, adesso sono andato di nuovo e gli ho detto 'un giorno la pagherai' e l'ho colpito con la mazza". O, ancora messaggi come "Il pazzo è impazzito il triplo, gli abbiamo fatto più male delle altre volte, però ci siamo divertiti, non ci possiamo lamentare".
Una delle persone sentite ha dichiarato che Cosimo Stano era una persona strana "perché attaccava i palloncini colorati sulla cancellati della chiesa a mo di festa". Stano, forse, cercava di colorare la sua vita fatta di solitudine e violenza. Quella chiesa è di fronte alla sua abitazione. Ma la chiesa, la gente che lì viveva, sapevano? Possibile che nessuno abbia mai sentito le urla delle vittime? Interrogativi che restano nelle coscienze e ai quali una comunità dovrebbe sentire il civile imperativo di rispondere. E per questo caso potrebbero esserci nuovi sviluppi.

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