Da magistrato ad avvocato nello stesso processo. Antonio Ingroia proprio non ce la fa a star lontano dalle aule dei tribunali, al punto che, dopo il flop alle elezioni di febbraio, è tornato ad occuparsi della presunta trattativa Stato-mafia.
Il processo è ripreso questa mattina nell'aula bunker del carcere Ucciardone e il leader di Azione civile, autore di gran parte delle indagini, si è presentato come avvocato di parte civile, rappresentando in aula l’Associazione vittime dei Georgofili di Firenze. Al suo posto, al banco dei pm, Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene.
"Certamente dopo 25 anni, oggi è il mio primo giorno d’avvocato, e farlo qui in quest’aula simbolica, per il processo che ho istruito con passione e impegno, mi emoziona. Al di là della funzione del ruolo, credo che cambi poco", ha detto Ingroia, giustificando anche il suo "doppio ruolo": "La parte pubblica e la parte civile vanno verso lo stesso obiettivo dell’accertamento della verità e la responsabilità penale degli imputati".
E a chi fa notare che l'incarico da avvocato potrebbe essere incompatibile con un suo possibile impiego all’interno dell’amministrazione regionale guidata da Rosario Crocetta, replica: "Alcuni pensano che sia incompatibile con l’Italia. Invece non credo di esserlo, né col ruolo d’avvocato, né con quello di pm, né da presidente di Sicilia e Servizi, né con l’attività politica svolta fino ad oggi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.