"Lasciate qui i migranti": Ventimiglia presa d'assalto

I no border hanno tenuto un breve comizio in difesa della libera circolazione dei migranti in Europa. Ma i cittadini sono esausti

"Lasciate qui i migranti": Ventimiglia presa d'assalto

"Ventimiglia, vergogna: sei peggio di una fogna". Uno slogan che pesa come un macigno su una città, che dopo essersi risollevata, a fatica, dalla devastante alluvione del 2-3 ottobre scorsi e dalla crisi economica provocata dalla pandemia, oggi si sente umiliare da un gruppo di "figli di papà" - così li hanno definiti sui social - che scaricano su Ventimiglia le colpe della vicina Francia, ovvero l'aver chiuso le frontiere ai migranti. Nel pomeriggio, dunque, oltre cinquanta no border hanno improvvisato un corteo che è partito alla stazione ferroviaria, per attraversare via della Repubblica, con capolinea la piazza del municipio.

Laggiù, tutti assembrati e senza mascherina, hanno srotolato i loro striscioni, tenendo un breve comizio a favore della libera circolazione degli stranieri in Europa. La manifestazione è stata organizzata a margine del "Transborder Camp", un evento di tre giorni (15-17 luglio) organizzato dal collettivo "Progetto 20k", che ha visto un susseguirsi di blindate tavole rotonde, camminate per i sentieri e anche questo corteo. A scatenare la rivolta è la difficile convivenza, che si è venuta a creare in città tra migranti e abitanti, quest'ultimi costretti a subire le conseguenze di una situazione internazionale senza via d'uscita.

Accampamenti a macchia di leopardo si segnalano ovunque a Ventimiglia: dalla spiaggia, alla ferrovia, al fiume Roya, alla strada che porta alla frontiera alta. Una situazione di illegalità che rischia di scappare di mano, con furti e spaccate che avvengono giorno e notte. Che la tensione sia alle stelle lo testimonia pure la recente nascita di un gruppo Facebook battezzato "Stop invasione Ventimiglia". Una piazza virtuale in cui i cittadini si riuniscono per sfogarsi dei quotidiani affronti che devono subire e dove oggi si è scatenata la ribellione, in risposta agli insulti dei manifestanti.

"Respiro forte, tratteniamoci", commenta qualcuno. E poi: "Potessi dire tutto quello che penso: stanno rubando la nostra città e in più siamo anche presi in giro: bravi", "Portatevi via tutti i clandestini". Una città, dunque, che non ce la fa più e che da anni ormai vive ai margini del Paese, dimenticata dall'Italia e dall'Europa. "Stop accordi con la Libia, Ue complice delle deportazioni", "Open the border" e "Freedom", sono alcuni degli slogan mostrati e gridati dai manifestanti.

"Ieri pomeriggio e ieri sera abbiamo provato a dare un significato diverso al punto della distribuzione, in cui ci troviamo tutti i giorni - ha detto una no border, durante il comizio di piazza del municipio - un luogo disumano e disumanizzato dall'abbandono delle istituzioni ventimigliesi rispetto alle popolazioni in transito.

Abbiamo provato a riunirci lì non solo per distribuire un pasto caldo, vestiti e ricariche elettriche alle persone in transito, ma anche per riunirci a un'assemblea politica, che provi a costituire una comunità mista, meticcia, che cerca nella prassi quotidiana di abbattere le frontiere che ci dividono". Ed ha aggiunto: "Non è stato possibile, perché risulta troppo pericolosa questa unione per le forze dell'ordine che si sono schierate in tenuta antisommossa, pronti a caricarci".

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