Invalsi, docenti e studenti minacciano il boicottaggio

Cobas e Gilda ed alcune associazioni studentesche promuovono la rivolta contro le prove dell'Istituto nazionale di valutazione per verificare i livelli di apprendimento degli studenti

Invalsi, docenti e studenti minacciano il boicottaggio

Test Invalsi, il boicottaggio corre sul web. Anche quest'anno le prove messe a punto dall'Istituto nazionale di valutazione per verificare i livelli di apprendimento degli studenti sono precedute da polemiche e minacce di boicottaggio. I quiz saranno somministrati ad oltre 2 milioni di studenti, coinvolgendo 115.000 classi in 15.000 scuole.
Si comincia il 9 maggio con la prova di lettura per la seconda elementare e quella d'Italiano per la seconda e la quinta. Il 10 maggio toccherà alla prima media: Italiano e Matematica e Questionario dello studente. L'11 Matematica per la seconda e la quinta elementare che dovrà compilare anche il Questionario. Infine la giornata che promette di essere la più calda, il 16 maggio, quando saranno gli studenti del secondo anno delle superiori a dover affrontare le prove di Italiano, Matematica e il Questionario.
A promuovere la rivolta contro i Test Invalsi ci sono i Cobas, Gilda e alcune associazioni studentesche come l'Uds, l'Unione degli studenti, che da settimane anche attraverso i social network hanno lanciato un tam tam per coinvolgere il maggior numero di persone nel boicottaggio del test, ovviamente rivolgendosi agli alunni delle superiori.
Le ragioni del boicottaggio sono molto diverse per docenti e studenti. Nessuno mette più in dubbio la necessità di verificare in qualche modo la preparazione dei ragazzi visto che tale verifica viene fatta nella maggioranza dei sistemi scolastici avanzati e soprattutto in quelli che poi puntualmente si piazzano in testa alle classifiche Ocse. Le critiche dunque si concentrano sulle modalità di svolgimento e sui contenuti dei test.
Cobas e Gilda ad esempio invitano i docenti a boicottare lo svolgimento dei test prima di tutto perchè si tratta di un lavoro in più che non spetta, sostengono, ai professori se non dietro una retribuzione aggiuntiva. Oltretutto il contratto non prevede l'adempimento di un simile obbligo dunque, insistono i sindacati autonomi, i docenti non sono tenuti ad "obbedire" all'eventuale richiesta del dirigente in questo senso.
Ben diverse le motivazioni degli studenti che respingono soprattutto la compilazione del Questionario dello studente, che, denuncia l'Uds, contiene dati "sensibili" che concorrono ad una vera e propria schedatura dei singoli alunni. Il questionario è anonimo ma contraddistinto da un numero che secondo l'Uds poi permetterebbe di risalire all'identità del ragazzo che in questo modo vedrebbe violata gravemente la sua privacy. «Valutati non schedati», è lo slogan lanciato sul web dall'Uds, che promette assemble e tentativi di paralizzare le lezioni nella giornata del 16 maggio anche per protestate contro gli annunciati nuovi tagli alla scuola previsti dalla spending review del governo Monti.
Anche l'anno scorso sindacati e studenti tentarono di fermare i test senza grandi risultati però. All'indomani dello svolgimento delle prove si scatenò comunque la solita guerra di cifre: boicottaggio riuscito per gli anti -Invalsi, fallito invece secondo il ministero dell'Istruzione.
Un sondaggio condotto pochi giorni fa dalla rivista di settore Tuttoscuola ha rilevato in generale un atteggiamento favorevole verso i test Invalsi, ritenuti oramai necessari, inriferimento non soltanto a quelli inseriti come prova aggiuntiva per superare gli esami di terza media, e dunque obbligatori, ma anche a quelli annuali che servono soltanto a misurare i livelli di apprendimento.
Sembra davvero difficile che la scuola possa tornare indietro rispetto all'introduzione sempre più massiccia dei test di valutazione anche se è invece auspicabile che vengano migliorati ed affinati senza assumere un carattere "punitivo" nè nei confronti della scuola nè nei confronti degli alunni, diventando piuttosto un valido strumento per progredire e migliorare la qualità dell'istruzione.


É già in cantiere infatti un progetto che vede un arricchimento delle prove che potranno essere anche svolte sul pc. Si prevede pure un potenziamento dei test sulle competenze scientifiche e sulla conoscenza della lingua inglese.

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