Questa volta non c'è di mezzo la proverbiale tirchieria. Ma, piuttosto, la mano lesta di molti turisti che vogliono portarsi a casa un pezzo di Liguria. Succcede alle Cinque Terre, in provincia di La Spezia, che i molti viaggiatori che passano in questo stupendo fazzoletto di mondo incastrato tra le montagne e il mare si mettano a saccheggiare le vigne. In questa zona, nei terrazzamenti faticosamente costruiti a picco sul mare, si coltivano le uve da cui nasce, tra gli altri, lo Sciacchetrà. Un prezioso vino da meditazione.
Lungo i sentieri che si dipanano da Riomaggiore a Monterosso i furti, da anni, continuano a ripetersi. E ai furti fanno eco le lamentele dei coltivatori. Come fare? Se i villegianti sono maleducati bisogna educarli. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre ha così deciso di diffondere un vademecum delle "buone pratiche del visitatore". Una specie di galaeto del turista.
"Rubare i grappoli d’uva, danneggiare la segnaletica, lasciare rifiuti su quelle terrazze a picco sul mare raggiungibili solo a piedi o, per i più fortunati, con la monorotaia, non è solo una leggerezza ma un gesto di inciviltà. Ricordiamo che, se le Cinque Terre sono oggi lo straordinario paesaggio terrazzato patrimonio mondiale Unesco, lo si deve 538em;">principalmente al lavoro secolare legato alla coltivazione della vite", ammonisce l'opuscolo stilato dall'ente Parco. Insomma, turista avvisato...
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