Ladro nella chiesa di Scorrano urinò sull'altare: arrestato

Negli ultimi anni il nome di Raona è emerso spesso nelle cronache. Più volte l'uomo è finito in manette con l'accusa di furto e ricettazione

Ladro nella chiesa di Scorrano urinò sull'altare: arrestato

Identificato, raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Lecce e finito agli arresti domiciliari. Si è conclusa in questo modo la vicenda che ha visto protagonista Donatello Raona, 33enne di Gagliano del Capo, il ladro che compì un gesto sacrilego nella chiesa Trasfigurazione del Signore di Scorrano. Lo scorso 11 novembre il responsabile, dopo essersi intrufolato nell'edificio sacro per mettere a segno il colpo, urinò sull'altare. La malefatta venne denunciata dal parroco e suscitò scalpore e indignazione nel Comune salentino. Le indagini coordinate dai Carabinieri della Compagnia di Tricase, con l'aiuto dei colleghi della stazione di Gagliano del Capo, furono avviate immediatamente. In pochi giorni, dunque, venne identificato l'autore del furto e degli atti sacrileghi. Il suo volto, come hanno fatto sapere i militari, non era di certo passato inosservato dalle telecamere della chiesa.

Tutta l'azione, infatti, era stata immortalata dal sistema di videosorveglianza interno dell'edificio. Il ladro, dopo aver forzato indisturbato la porta di ingresso, si era diretto con fare sicuro presso la cassetta delle offerte. Da qui sottrasse circa 150 euro in contanti e una catenina d'oro con l'effigie della Madonna, utilizzata solitamente per adornare la statua di Santa Domenica (patrona di Scorrano) durante i solenni festeggiamenti. Non pago del suo atto, il 33enne urinò sull'altare principale. La maggior parte della refurtiva venne ritrovata facilmente. L'indagato l'aveva impegnata presso un compro oro nei pressi della sua abitazione. A chiudere il cerchio e a confermare la ricostruzione delle Forze dell'Ordine, il rinvenimento degli indumenti impiegati per compiere il colpo.

Negli ultimi anni il nome di Raona è spesso emerso nelle cronache. Più volte è finito in manette con l'accusa di furto e ricettazione. Tuttavia il caso più eclatante resta senza dubbio quello ai danni di ex sindaco, vicesindaco e assessore di Gagliano del Capo. Nel 2008 i tre amministratori si videro recapitare alcune buste contenenti biglietti minatori e pallini di una cartuccia da caccia. Il vicesindaco, inoltre, per un paio di giorni ricevette due messaggi sul proprio cellulare inviati da una cabina telefonica. Negli stessi veniva citato anche Satana, ma non esisteva nessuna correlazione con le sette sataniche e l'oltretomba.

Raona, assieme a due complici, cercò semplicemente di intimidire i malcapitati per ottenere un permesso di costruzione in sanatoria riguardante la tettoia di un chiosco bar nella marina di Gagliano del Capo. Un atto spregiudicato che gli costò l'arresto e la condanna per minacce, furto e vilipendio di tombe.

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