L'allarme di Coldiretti: "L'Onu torna ad attaccare il parmigiano"

Sette Paesi vogliono promuovere una risoluzione per mettere all'indice il parmigiano, con bollini e tasse, come "cibo non salutare"

L'allarme di Coldiretti: "L'Onu torna ad attaccare il parmigiano"

Le Nazioni Unite tornerebbero ancora una volta a minacciare la sopravvivenza di uno dei prodotti gastronomici italiani più famosi nel mondo: il formaggio parmigiano-reggiano.

A denunciarlo è la Coldiretti Emilia-Romagna, che spiega come i produttori potrebbero essere posti di fronte a "un nuovo attacco che punta a colpire gli alimenti che contengono zuccheri, grassi e sale chiedendo di predisporre apposite etichette nutrizionali e di riformulare le ricette, sulla base di un modello artificiale di alimentazione ispirato dalle multinazionali che mette di fatto in pericolo il futuro di prodotti Made in Italy."

Dietro questa mossa, che Coldiretti teme possa tradursi in una risoluzione da presentare di fronte all'Assemblea generale dell'Onu, ci sarebbero Paesi come Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia. Lunedì 13 novembre questi sette Paesi hanno presentato alla seconda commissione dell'Assemblea generale a New York una bozza di risoluzione per "esortare gli Stati membri ad adottare politiche fiscali e regolatorie che dissuadano dal consumo di cibi insalubri."

Detto in parole povere: più tasse su cibi tipici come il parmigiano o il prosciutto di Parma, più etichette allarmistiche che potrebbero scoraggiarne il consumo.

Già nei mesi scorsi l'Oms aveva ventilato la possibilità di introdurre restrizioni al commercio di parmigiano, definito "dannoso come il fumo".

Se ora dovesse tornare il "bollino nero", avverte Coldiretti, per il comparto si può profilare un danno da ben 41, 3 miliardi di euro per quanto riguarda le esportazioni.

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