Lampedusa alza la voce per i continui sbarchi che arrivano indisturbati nell’Isola. La popolazione protesta pacificamente e sta raccogliendo delle firme per far sì che l’hotspot venga definitivamente chiuso. Una situazione quella dei migranti che viene aggravata dall’emergenza del coronavirus.
Un comitato spontaneo locale, oggi, attraverso un comizio ed una manifestazione ha chiesto al governo di Roma la chiusura del centro per migranti che proprio nel corso degli anni è stato luogo di scandali. Molti dell’isola lo percepiscono come un vero e proprio centro di detenzione.
Il problema della detenzione illegittima all’interno dell’hotspot di Lampedusa era già stato sollevato dal Garante dei diritti dei detenuti in data 11 maggio 2017. In tale occasione il prefetto di Agrigento alla richiesta del perché non venisse permesso alle persone di uscire dal Centro aveva risposto “se vogliono possono uscire da un buco nella rete”. In seguito, nel febbraio del 2018 il Prefetto inviava una comunicazione all’allora ente gestore con l’indicazione di dotarsi di sistemi per consentire ai richiedenti asilo di circolare liberamente. Da oltre due anni da tale comunicazione, tali sistemi non sono stati adottati.
"È assurdo - dice Attilio Lucia del Comitato spontaneo lampedusano - che a fronte di diversi radar e numerose motovedette, i migranti riescano ad entrare direttamente in porto senza essere notati. Quest'anno, complice il coronavirus non arrivano i turisti causando il dramma della già nostra debole economia, ma in compenso arrivano migranti giornalmente senza che il governo Conte si preoccupi più di tanto"
La popolazione nel 2014 ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Agrigento per una delle tante parabole installate nell’isola, quella in dotazione della Guardia di Finanza in funzione dal 2008. Molte le associazioni e i cittadini, i quali denunciano di non aver avuto risposte da parte dell’amministrazione comunale “che continua a tacere”. Lo stesso tipo di apparecchiatura è stata rimossa altrove perché ritenuta nociva per la salute. Oltre al danno la beffa. Nel frattempo proprio ieri mattina l’ennesimo sbarco autonomo. Una trentina di immigrati, in prevalenza tunisini, sono arrivati, indisturbati, direttamente al porto. Una scena che, purtroppo, si verifica quasi giornalmente.
“È evidente che è una strategia che viene portata avanti dal Pd da molti anni. Anche l’euro parlamentare Bartolo credo che sia favorevole a ciò che sta accadendo a Lampedusa. Oltre alla crisi del turismo nell’isola, lo Stato ha la volontà di utilizzare Lampedusa come piattaforma per i migranti", afferma l’attivista del Comitato spontaneo Giacomo Sferlazzo. "C’è il rischio che a Lampedusa si ripeti l’emergenza migranti del 2011. Magari, ad un certo punto, quando i migranti saranno troppi, li porteranno nuovamente nelle strutture alberghiere. Al momento vengono portati nell’hotspot ed anche nella casa della Fraternità messa a disposizione dalla parrocchia. Quando anche quella struttura sarà piena, stazioneranno all’aria aperta al molo del porto".
Delle misure anti-covid a Lampedusa il cittadino evidenzia numerose lacune e falle di tutto il sistema. "A Lampedusa non esiste un triage, i militari dell’isola viaggiano con i voli di Linea. In aeroporto non ci sono controlli. È attiva soltanto una ambulanza che serve sia per gli sbarchi che per la popolazione".
Per il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello il problema andrebbe risolto in maniera "ovvia". "Se il governo romano e l’Europa non affronta seriamente il problema dei migranti a Lampedusa gli sbarchi continueranno ad esserci come da sempre ci sono stati. Se qualcuno ha la volontà di bloccare questo flusso migratorio forse non ci sarebbe più un emergenza sociale nell’Isola. L’Europa non può pensare di poter scaricare ogni resposabilità del problema alle politiche locali soprattutto in questo periodo di coronavirus", afferma il primo cittadino a IlGiornale.it.
Ma la
popolazione non si accontenta delle parole e chiede rilevazioni che garantiscano l’assenza di rischi sanitari: “Lampedusa ha bisogno di un ospedale. Il governo Conte non può abbandonarci in questo modo”, conclude Sferlazzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.