Lampedusa travolta dagli sbarchi: in 1.800 nell'hotspot

Centro di Lampedusa al collasso, il sindaco chiede aiuto al ministero degli Interni per gestire una situazione esplosiva. Intanto le ong si preparano a portare altri migranti

Lampedusa travolta dagli sbarchi: in 1.800 nell'hotspot

Lampedusa è in ginocchio a causa dell'enorme flusso di migranti di questi giorni e nelle ultime ore la situazione è ulteriormente precipitata. Sono stati 10 gli sbarchi registrati dalla mezzanotte di ieri, per complessive 529 persone che sono arrivate a Lampedusa, nel cui hotspot adesso si trovano 1.800 persone. Un numero esageratamente alto a fronte dei 350 migranti che potrebbe ospitare. Nelle prossime ore le condizioni del mare sono destinate a peggiorare e, quindi, dalle coste del nord Africa si sono messi in mare numerose carrette del mare che stanno raggiungendo l'isola al centro del Mediterraneo. Una situazione insostenibile che ha spinto il sindaco di Lampedusa neoeletto, Filippo Mannino, a chiedere un incontro con il ministro Lamorgese. "Affettuosa solidarietà al sindaco di Lampedusa e ai suoi concittadini, letteralmente travolti dagli sbarchi. Siamo sicuri che dopo le parole del presidente Draghi ('siamo al limite') il ministro dell'Interno farà finalmente qualcosa. Presto sarò sull'isola", ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini.

Lampedusa al collasso

Gli ultimi sbarchi di Lampedusa sono stati di imbarcazioni di piccole dimensioni con a bordo tra i 10 e i 100 migranti ognuno. A bordo delle carrette del mare che hanno toccato le sponde dell'isola, o che sono state raggiunte dai mezzi marini delle nostre forze dell'ordine, c'erano quasi solo maschi adulti, come sempre accade. Moltissimi i tunisini, partiti da Sfax, ma sono anche numerosi i migranti che hanno raggiunto l'isola partendo dalla Libia e che hanno dichiarato di provenire da Bangladesh, Egitto, Sudan ed Eritrea. Gli interventi della guardia costiera e della guardia di finanza si sono susseguiti senza soluzione di continuità, mettendo sotto pressione e a dura prova il sistema di controllo delle coste del nostro Paese.

L'hotspot è una polveriera. 1.800 persone ospitate in un luogo che ne potrebbe mantenere al limite 350 sono una bomba a orologeria pronta a esplodere. Lo raccontano i poliziotti che tutti i giorni prestano servizio in loco e che vedono coi loro occhi il degrado in cui è caduta l'isola. "In 10 anni il centro non è mai stato ridotto in queste condizioni", dicono gli operatori. Per 1.800 persone, i sindacati di polizia denunciano la presenza di solo 3 wc chimici, che non sarebbero nemmeno funzionanti. "Gli effetti di tale grave insufficienza sono facilmente intuibili: bisogni fisiologici espletati all’aperto, anche in zone prospicienti le aree operative, ove quindi si respira aria insalubre e si inalano olezzi nauseabondi. Il clima torrido, può comprendersi, inasprisce i problemi", si legge nel comunicato.

Altri 90 a bordo delle ong

Mentre Lampedusa vive i suoi giorni peggiori, la nave Geo Barents di Medici senza frontiere si prepara a chiedere il porto al nostro Paese.

Dopo aver sbarcato pochi giorni fa 65 migranti nel porto di Taranto, lamentandosi per la distanza del porto che non era evidentemente di gradimento per l'equipaggio, che preferiva la Sicilia, la nave è tornata in mare e ora viaggia con 90 migranti a bordo al largo delle coste della Libia.

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