L'appello degli esuli al premier Conte: "Revochi le onorificenze a Tito"

"Il governo del cambiamento? Se è tale revochi le onorificienze concesse dallo Stato italiano al maresciallo Tito"

L'appello degli esuli al premier Conte: "Revochi le onorificenze a Tito"

Non passa giorno senza che in questo o quell’altro Comune dello Stivale non si senta l’esigenza di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Ed è bizzarro constatare che, invece, un macellaio del calibro di Josip Broz Tito figuri ancora nell’elenco dei decorati a Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Non un attestato di benemerenza qualsiasi, ma la massima onorificenza del più altro fra gli ordini al merito. Un riconoscimento che certifica virtù filantropiche, sociali ed umanitarie. Quali di queste sarebbero da ascrivere all’ex presidente jugoslavo e alle sue milizie? Forse lo sterminio di più di 650mila persone? Oppure l’esodo di 350mila italiani? Erano anni in cui questi crimini erano stati sommersi e dimenticati dalla propaganda della sinistra e così, nel 1969, ci pensò il presidente della Repubblica di allora, Giuseppe Saragat, uomo della Resistenza, a decorare Tito in occasione di una visita di Stato.

Già nel 2013 qualcuno chiese il conto di quella decorazione a Giorgio Napolitano. Non un gruppo di persone qualsiasi, ma l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che raccoglie gli esuli istriani, fiumani e dalmati. La risposta arrivò in tempi rapidissimi ma fu abbastanza pilatesca: la legge che istituisce l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Omri) esclude la possibilità di revoca delle onorificenze a persone non più in vita. E allora il solo modo per correggere questa anomalia è quello di avviare un iter parlamentare che modifichi la norma. In tanti anni, però, sembra che nessun parlamentare di nessun governo si sia fatto carico della cosa.

Oggi la questione torna di stringente attualità. E il merito è del consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, che ha depositato una mozione con cui chiede alla giunta di fare pressing sul governo giallo-verde affinché si adoperi per la revoca di quella “ingiusta ed irrispettosa” onorificenza. Sul punto concorda anche Antonio Ballarin, presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati (FederEsuli). “Credo che i tempi per calendarizzare l’emendamento della legge siano maturi”, commenta Ballarin.

E allora l’appello del numero uno di FederEsuli è al premier Giuseppe Conte: “Chi se non un governo che si professa non ideologizzato e che vuole portare la voce del popolo in parlamento può farsene carico? Dicono che questo sia il governo del cambiamento e, noi esuli, questo cambiamento lo attendiamo da settantadue anni”.

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