La situazione è quantomeno imbarazzante e potrebbe essere sintetizzata così: l'assessore Pd lascia al marito la guida di una associazione e dovrà decidere se e quanti fondi pubblici garantirgli. Brutta storia.
Siamo a Bologna, dove nel giugno dell'anno scorso il sindaco Virginio Merola ha chiamato all'assessorato per la cultura Bruna Gambarelli. La signora prima di dedicarsi alla giunta comunale era vice-presidente dalla compagnia teatrale "Laminarie" guidata fino a luglio scorso dal marito, Fabio del Zozzo. La Luminarie tra le altre cose gestisce lo "spazio culturale DOM" alla periferia della città di cui l'assessore è fondatrice e il marito attuale direttore.
Bene. O forse no. Il consigliere comunale di Forza Italia, Marco Lisei, si è infatti accorto che Laminarie nel 2014 ha intascato circa 39mila euro per il DOM, 4mila euro per la gestione del progetto speciale Pasolini e altri 15mila euro per la "realizzazione del progetto speciale Pilastro 2016". Una bella somma. Il fatto è che adesso il marito della Gambarelli dovrà andare a bussare alla porta dell'ufficio della moglie per chiedere ulteriori finanziamenti. Conflitto di interessi?
Ieri Marco Lisei aveva fatto pure notare che l'associazione "risulta essere in corte Galluzzi, che è anche il luogo di residenza dell'assessora e di suo marito". Un intreccio anomalo. La Luminarie ha smentito, affermando che "è situata in un appartamento sito nello stesso stabile ma a un diverso piano, affittato da un privato con regolare contratto di locazione intestato all'associazione. Va da sè che tutte le spese connesse alla sede legale dell'associazione nulla hanno a che fare con la residenza di Bruna Gambarelli". In realtà a guardare le foto dei campanelli della casa, qualche dubbio sorge. Come può mostrare il Giornale (guarda qui), infatti, il nome dell'Ass.Laminarie appare sullo stesso campanello di Gambarelli e Del Zozzo. Solo in un secondo momento, e con un adesivo di carta scritto a penna, è stato aggiunto un bottone per la "nuova" sede della Laminarie (coprendo malamente il precedente).
Niente di illecito, ci mancherebbe. È una questione di opportunità politica. E infatti il centrodestra chiede che i finanziamenti vengano sospesi "finchè non sarà risolto il conflitto di interessi macroscopico". E pensare che Lisei aveva denunciato il tutto già a giugno. "Siamo nell'epoca della trasparenza da un bel pezzo - dice a ilGiornale - ma pare che qualcuno ancora non l'abbia capito.
Qui a Bologna i comunisti credono ancora di poter fare quello che vogliono, ma io credo che certi comportamenti non siano più ammissibili. Negare un conflitto d'interessi è negare l'evidenza ed anche le giustificazioni del Comune fanno sorridere. Sono come quell'adesivo sul campanello...un rattoppo che non risolve il problema".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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