L'attentato in Tunisia era premeditato da mesi sui social

Un report dei ricercatori di TAM-C Intelligence evidenzia come da tempo sui social si parlasse di colpire la Tunisia

L'attentato in Tunisia era premeditato da mesi sui social

Attentato pianificato in Tunisia. Lo rivela l'Huffingtonpost dopo aver consultato un report della società TAM-C Intelligence che ha raccolto e documentato una serie di messaggi che sono circolati nei social network negli scorsi mesi. Frasi del tipo "verremo in Tunisia quest’estate”, e “lacereremo la carne dei tiranni cristiani” che “non meritano di godersi il sole e il mare” delle spiagge tunisine.

Il 14 giugno un fondamentalista islamico tunisino affascinato dall'Isis invitava a mobilitarsi per rovinare le vacanze ai "cristiani" e anticipava l'attacco terroristico. Si dichiarava pronto per il martirio “lacerando la carne dei tiranni”. Il 18 maggio l’organizzazione jihadista tunisina Mujahideen Tunisia Kairouan (attiva proprio nell’area turistica di Sousse) si allea con lo Stato islamico del califfo al Abu Bakr al-Baghdadi e pochi giorni dopo i ricercatori di TAM-C Intelligence trovano varie comunicazioni dell'Isis con esplicite minacce a turisti in Tunisia per l’estate 2015. “Verrò in Tunisia quest’estate” era la scritta che accompagnava le foto dei terroristi armati. In un documento si spiegava che la strage del Bardo era solo il punto di partenza e si invitava i tunisini a restare in patria per uccidere i turisti in qualsiasi modo anziché andare a combattere in Siria o Iraq. Per affondare la Tunisia è necessario affossare il turismo. Questo il mantra dei terroristi dell'Isis che, con l'attentato al Bardo, sono riusciti a far crollare il turismo del 20%.

Prendere la Tunisia è solo un primo passo per la realizzazione del "Grande Califfato del Maghreb" che, nelle intenzioni dell'Isis, dovrebbe estendersi dalla Libia al Marocco e perciò è fondamentale far cadere il governo guidato da Habib Essid che include anche gli islamici moderati di Ennahda, caso unico in tutto il Nord Africa.

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