In cento pagine sono raccolte le torture e l’orrore subito dal povero Luca Varani, il ragazzo di 23 anni, ucciso sei mesi fa a Roma dagli amici Marco Prato e Manuel Foffo
L’esito dell’autopsia, consegnata oggi al pm Francesco Scavo, conferma che il ragazzo, dopo una notte di sesso e droga, è morto a causa delle numerose coltellate che gli sono state inflitte. Come emerge dall’esame autoptico i due ragazzi, Prato e Foffo, lo hanno “seviziato e torturato” prima di ucciderlo brutalmente. Varani ha perso la vita per la curiosità e il piacere dei due amici di “vedere che effetto faceva vedere morire qualcuno” ma prima di morire ha provato a disarmarli. Il Corriere della Sera spiega che le impronte insanguinate sulle impugnature del coltello e del martello usati per colpirlo e sul cavo elettrico con cui Marco Prato e Manuel Foffo tentarono di strangolarlo dimostrano questo.
Un risultato che però dal punto di vista processuale andrà incrociato con quello degli esami tossicologici che saranno discussi davanti al gip il 27 settembre nel nuovo capitolo dell’incidente probatorio. Intanto si che i due assassini erano pieni di droga e alcol. Nelle urine di Prato è stato trovato l’11% di tasso alcolico, mentre dai peli pubici di Fosso si è scoperto che aveva assunto 142 mg/ml di cocaina. Dagli esami risulta inoltre che i due ragazzi erano consumatori abituali di cocaina e questo può aiutare i loro avvocati a sostenere la non consapevolezza di quanto stavano commettendo.
Mancano ancora i risultati finali degli accertamenti sui telefoni dei tre e sul pc di Prato, ma intanto domani verrà effettuato il primo doppio sopralluogo nella casa del delitto in via Igino Giordani e nella stanza d’albergo a piazza Bologna dove Prato avrebbe provato il suicidio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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