"Ucciso da un'overdose di hashish". È quanto rivela l'esito dell'autopsia sul piccolo Nicolò Feltrin, il bimbo di due anni originario di Longarone, nel Bellunese, morto lo scorso 18 luglio. Gli accertamenti autoptici, eseguiti dal medico legale Antonello Cirnelli, hanno fugato ogni dubbio sulle cause del decesso prematuro: il piccolo è entrato in contatto con sostanze stupefacenti che, secondo gli inquirenti, si trovavano abitualmente in casa dei genitori. Il padre del bimbo, Diego Feltrin, è indagato con l'ipotesi di reato per omicidio colposo.
Le indagini
Una morte sospetta quella di Nicolò che pare riconducibile all'ingerimento di droghe. Il giorno della tragedia, il bimbo era stato affidato al padre mentre la mamma si trovava al lavoro. Era stato lui a portare il figlio, già in fin di vita, all'ospedale di Pieve Cardore (Belluno). Stando a quanto riferisce il Corriere.it, alla luce delle nuove risultanze medico legali, l'uomo è stato invitato dai carabinieri a sottoporsi al cosidetto "test del capello", un esame utile a rivelare eventuali tracce di stupefacenti su peli e capelli. Sembra, però, che si sia presentato in caserma completamente glabro. Circostanza che ha impedito agli investigatori di procedere con le analisi. Anche la madre del piccolo, che non è indagata, ha opposto rifiuto al test. Ed è il motivo per cui gli inquirenti starebbero valutando anche il suo ruolo nella tragica vicenda.
I genitori
Nel frattempo, i carabinieri fanno fatica a rintracciare i genitori di Nicolò. La coppia sembrerebbe aver lasciato la casa coniugale, nella frazione di Codissago, nel comune di Longarone, per trasfersi altrove. "Per loro è troppo doloroso rimanere in quella casa - ha spiegato l'avvocato di Feltrin, Massimiliano Xais al Corriere.it - ma eviterei di dire che sono irreperibili. Se qualcuno vuole parlare con loro, io sono qui a disposizione. Chiunque può mettersi in contatto con me". Ad onor del vero, né Diego Feltrin né la moglie sono stati sottoposti a misura cautelare.
La morte di Nicolò e le tracce di Hashish
La tragedia risale allo scorso 18 luglio. Dopo il consuetudinario pisolino pomeridiano, il bimbo non si risvegliava più. Quindi il padre decise di portarlo in ospedale. Raggiunto il pronto soccorso del nosocomio di Pieve Cardore, il cuoricino di Nicolò era già molto rallentanto fino a quando, nel giro di poche ore, cessò di battere. Insospettiti dalle circostanze anomale del decesso, ed escludendo una morte per cause naturali, i medici segnalarono il fatto ai carabinieri. Nell'immediatezza della circostanza, Diego Feltrin dichiarò che il figlio potesse aver ingerito "qualcosa" al parco.
I militari del comando provinciale di Belluno non rivennero alcuna traccia di veleno per animali o altre sostanze che potessero essere letali. Furono ritrovati, invece, dei panetti di hashish nell'abitazione dei Feltrin: uno era nella tazza sul comodino del bambino.
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