Lecce, violentava la figlia: condannato a sette anni e mezzo

Nei guai potrebbe finire anche la convivente dell'uomo che molto probabilmente era a conoscenza degli abusi

Lecce, violentava la figlia: condannato a sette anni e mezzo

La città di Lecce ancora una volta teatro di un'orribile storia di abusi che vede protagonista una bambina di soli otto anni. Un'inchiesta condotta dal pubblico ministero Roberta Licci ha fatto luce sui comportamenti ambigui del padre - un ambulante originario del capoluogo salentino con diversi precedenti - che violentava sistematicamente la piccola quando quest'ultima, assieme al fratello, lo andava a trovare nell'abitazione in cui si era trasferito in seguito alla separazione dalla moglie. L'uomo approfittava dello stato di dormiveglia della figlia per molestarla e nel momento in cui quest'ultima si opponeva anche con forza alle attenzioni ricevute, la minacciava e la schiaffeggiava duramente. Gli abusi, verificatisi fino al dicembre 2013, lasciarono la bimba inerme per un lungo periodo. Stanca tuttavia e terrorizzata dalle continue angherie, la vittima confidò poi tutto al fratello maggiore - anch'egli minorenne - che in un occasione assistette ad una violenza. Decisiva la sua testimonianza. Il ragazzino, infatti, confermò le accuse in sede di incidente probatorio.

Il responsabile - imputato davanti alla prima sezione penale del tribunale di Lecce composta dal presidente Gabriele Perna e dai giudici Maddalena Torelli e Alessandra Sermarini - è stato condannato a sette anni e mezzo (a fronte di una richiesta di 10 anni invocata dal sostituto procuratore Donatina Buffelli) con l'accusa di violenza sessuale aggravata dal vincolo genitoriale e dalla minore età. Nei guai potrebbe finire anche la convivente dell'uomo la quale, molto probabilmente, era a conoscenza del fatto che il compagno violentava la bambina quasi ogni notte. A tal proposito i giudici hanno spedito gli atti in Procura per falsa testimonianza.

Il verdetto ha imposto, altresì, all'interessato la liquidazione immediata del danno per un totale di 55mila euro all'ex moglie e ai figli costituitisi parti civili con gli avvocati Maria Rosaria Imbriani e Virgilio Vacca. Entro novanta giorni il legale difensore Massimiliano Petrachi depositerà in ricorso in Appello.

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