L'elemosiniere del Papa ancora una volta tra i migranti

Il cardinal Konrad Krajewski di nuovo tra i migranti della piana di Gioia Tauro. Questa volta la scia seguita è quella dell'enciclica di papa Francesco

L'elemosiniere del Papa ancora una volta tra i migranti

Le priorità della Chiesa di papa Francesco non sono cambiate: i migranti sono ancora al centro dei pensieri del pontefice e dei cardinali. L'ennesima dimostrazione è arrivata in questi giorni, con la visita del cardinale elemosiniere Konrad Krajewski agli "ultimi" che dimorano a Rosarno, in Calabria.

Il porporato polacco è noto per una serie di cose: intanto è considerato molto vicino a Bergoglio, sia in termini curiali sia in quelli curiali, e poi c'è la storia relativa all'allaccio dell'impianto elettrico al palazzo occupato sito nella capitale. Da quella vicenda, è nato il soprannome giornalistico di "cardinale elettricista". Krajewski, insomma, è una delle immagine plastiche, per così dire, della Chiesa in uscita, quella che si muove in direzione del "popolo" di Francesco e delle "periferie economico-esistenziali". Il gesto di queste ore è un'altra conferma.

"Sono venuto qui a nome del Papa per sostenere chi da 20 anni sta accanto ai più deboli, anticipando quello che papa Francesco ha scritto nell’Enciclica Fratelli tutti – ha dichiarato Krajewski ad Avvenire –. Qui c’è tanta sofferenza ma anche tante persone che aiutano chi è in difficoltà. Dobbiamo essere al loro fianco e sostenerli materialmente. Sono loro che mettono in pratica le parole del Vangelo". Krajewski si è presentato con un camion pieno di viveri e di altre forme d'ausilio in grado di soddisfare i bisogni di una realtà povera come quella l'associazione Il Cenacolo.

L'ultima enciclica dell'ex arcivescovo di Buenos Aires ha nel cardinale polacco uno dei suoi primi interpreti, dunque. "Fratelli Tutti" - com'è nella tradizione delle encicliche firmate dal vescovo di Roma - è un'opera inclusiva, che guarda all'accoglienza erga omnes, e che in qualche modo nega la preminenza gerarchica del ratzingeriano "diritto a non migrare". Il Papa cita quella facoltà nella sua opera, ma sottolinea come i tempi odierni non consentano di ragionare sul rimanere in patria, senza considerare l'ipotesi di recarsi altrove. E questo vale in specie per le "periferie economico-esistenziali".

Il cardinal Krajewski di recente è anche stato nominato nella commissione della Santa Sede che è deputata a "controllare" lo Ior, l'istituto per le opere di religione. Un altro segno di prossimità col pontefice sudamericano. Inutile nascondersi: la porpora dell'Est Europa balza spesso agli onori delle cronache quando si tratta di tirare ad indovinare per individuare i possibili successori di Jorge Mario Bergoglio. Sarebbe, in caso, un altro pontefice polacco dopo San Giovanni Paolo II.

In "Fratelli Tutti", Francesco disegna le prospettive per un mondo coinvolto in un imprevedibile status pandemico. E i migranti sono tenuti in considerazione alla maniera di Bergoglio, ossia con tutti gli accenti che il successore di Joseph Ratzinger ha voluto porre all'interno della sua pastorale, in questi primi sette anni di pontificato. La visita di Krajewski a Rosarno, con ogni probabilità, non sarà l'ultima: il cardinale elemosiniere (è stato scelto per quell'incarico nel 2013) è molto attivo anche sull'isola di Lesbo. Nel corso di questi mesi, il Vaticano è riuscito a far arrivare in Italia anche alcune persone provenienti da quella zona di mondo: un'altra mossa simbolica per il tipo di società che Bergoglio vorrebbe realizzare.

Una Chiesa cattolica, dunque, che dovrebbe essere in linea con le indicazione papali anche se non soprattutto per mezzo delle azioni dei suoi più alti rappresentanti. Rosarno e la piana di Gioia Tauro sono soltanto due degli scenari individuati da uno dei "preti di strada" per affermare sul pratico quello che Bergoglio fa e scrive.

Questo - com'è noto - comporta anche le critiche di vorrebbe che le istituzioni cattoliche, durante queste fasi pandemiche, guardino di più alla spiritualità e meno alle questioni economico-sociali. Ma la linea di Francesco è ormai scalfita su pietra.

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