L'eterno giacobinismo

Elly Schlein li sta accompagnando alla porta, senza un sorriso, senza neppure muovere un sopracciglio, con quell'aria in apparenza spaesata che nasconde una ferocia inaspettata

L'eterno giacobinismo
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Elly Schlein li sta accompagnando alla porta, senza un sorriso, senza neppure muovere un sopracciglio, con quell'aria in apparenza spaesata che nasconde una ferocia inaspettata. L'errore iniziale è stato sottovalutarla, non perché sia una leader brillante o carismatica, ma perché ha la forza delle minoranze che si convincono di rappresentare il tutto. Elly Schlein è una bolscevica, una giacobina o una puritana, nel senso delle teste rotonde di Cromwell. O, perlomeno, lo sarebbe stata in altri scenari storici. Il modo di guardare il mondo è lo stesso. È una che in fondo ritiene che in democrazia i voti non si contino, ma si pesino. Questo, chiaramente, è un pensiero antidemocratico, ma è così connaturato alla sua cultura politica che neppure lei se ne accorge. Lo vede come naturale. Ci sono voti marci e voti buoni, i suoi.

La conseguenza è che se questa democrazia contabile non tiene conto della qualità, la risposta non può che essere la delegittimazione continua dell'avversario e poi la piazza. «Sarà un'estate militante». È questo che la porta ad abbracciare Giuseppe Conte come un compagno di strada, con cui prima o poi bisognerà trovare una soluzione: alleanza strategica dopo le Europee o concorrenza spietata per accaparrarsi lo spazio della sinistra massimalista. È lì che lei vede il futuro del Pd. Non sa ancora come arrivarci, ma sull'identità non ha dubbi. È un partito radical, non nel senso pannelliano, ma anglosassone. È un partito radical che punta a rieducare gli italiani, senza perdere troppo tempo. Tutto questo come sempre nel nome del popolo sovrano.

Non è poi una grande novità. È una storia cominciata con il modello di democrazia etica che aveva in testa Platone, dove i saggi comandano perché si proclamano saggi, e arriva bene o male fino a noi. L'altro giorno questo desiderio di assoluto è emerso nelle parole di Conte. «Questa piazza rappresenta l'Italia». Tutti hanno indicato le parole di Grillo, le brigate e i passamontagna, ma se si ascolta bene quello che ha detto Conte è in realtà molto più grave. È dire che il desiderio degli italiani conta solo se stai nella piazza post grillina, quella con cui la Schlein si trova in sintonia. È la piazza in apparenza democratica, ma che ripudia la democrazia. Come dire: noi, Conte e Schlein, incarniamo il volere dei veri italiani, gli altri sono scarti.

È chiaro che chi ha una cultura riformista non può stare in questa sinistra, non può riconoscersi in questo Pd. Alcuni se ne sono già andati, alla spicciolata. L'ultima è Maria Concetta Chimisso, vice-segretaria del Pd molisano.

C'è chi si è già adeguato, chi se ne sta nascosto in attesa di tempi migliori, chi come Bonaccini ieri in direzione nazionale prova a reagire. Elly Schlein li ha bonariamente indicati come sleali. Anche nella criniera di un cavallo ci possono essere due pidocchi. Parola di Togliatti.

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