Lezioni violenza e sabotaggi: la sfida dei "guerrieri" No Pass.

Sui social venivano reclutati e indottrinati combattenti per colpire gli hub vaccinali: 29 perquisizioni in tutta Italia.

Lezioni violenza e sabotaggi: la sfida dei "guerrieri" No Pass.


Agganciati su Facebook, terreno fertile per le teorie complottiste dell'estremismo No vax, e reclutati sui canali Telegram pubblici. Poi, una volta affiliati con il nome di «guerrieri» e numero di matricola, indottrinati sui canali Telegram segreti, dove avveniva il coordinamento delle azioni: atti di vandalismo ai danni degli hub vaccinali, sabotaggi della campagna di immunizzazione anche attraverso appuntamenti per le dosi disdetti all'ultimo momento, pubblicazione di post denigratori contro politici, infettivologi e giornalisti. Fino a vere e proprie minacce, come quelle ricevute dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e dal primario di Malattie Infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti. E, solo ieri, dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nel mirino per le sue recenti dichiarazioni rivolte ai No Vax («Resta solo il napalm»). «Sapete dove abita e cosa fare», rilanciano i contestatori sulle chat, specificando l'indirizzo di De Luca.
Arriva dalla polizia postale della Liguria - che ha lavorato in coordinamento con quelle delle altre città e con le Digos delle questure territorialmente competenti - un'altra spallata al variegato mondo dei No vax e dei No Pass attivi attraverso la rete. Una vasta operazione, che ha portato a 29 perquisizioni su tutto il territorio nazionale a carico di attivisti accusati anche di costituzione e partecipazione ad associazione segreta, oltre che di istigazione, interruzione di pubblico servizio e di associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti. Una doppia V racchiusa in un cerchio rosso era il simbolo dell'organizzazione, probabilmente ispirato al film «V per Vendetta». Il reclutamento prevedeva una specifica trafila, degna di una setta. Una volta entrati nelle chat gli aspiranti guerrieri dovevano ascoltare una serie di audio, registrati da una voce contraffatta, nei quali si parlava dell'instaurazione di un nuovo ordine mondiale, governato da intelligenze artificiali e si ipotizzavano parallelismi tra il regime nazista e l'attuale situazione di emergenza. Finito il percorso di formazione, c'era un esame da superare prima di essere pronti a scendere in campo sotto la supervisione di un tutor. Per i medici, gli insegnanti e i poliziotti No vax erano previsti programmi di reclutamento specifici. La Digos di Firenze, in particolare, ha individuato un gruppo di attivisti formato da quasi 20mila persone, attivo su alcune delle principali piattaforme social e oltre 50 chat sui soliti canali. Gli indagati avevano creato su Telegram un sistema formato da cerchi concentrici con crescenti livelli di sicurezza e divisione di ruoli, per alimentare il dissenso verso il piano di contenimento della pandemia. Una vera e propria associazione a delinquere finalizzata ad effettuare imbrattamenti, danneggiamenti e azioni ostili contro strutture, esponenti delle istituzioni regionali e medici. Ai guerrieri venivano fornite anche indicazioni su come eludere eventuali indagini, muovendosi sempre nei punti ciechi, trovando zone senza telecamere, agendo travisati. Domani, intanto, i No pass tornano in piazza in molte città.

Con le nuove regole, dettate dalla stretta del Viminale sui cortei, ma più determinati che mai. «Pensavate di dividerci, invece ci avete unito», si legge nella locandina della manifestazione al Circo Massimo, a Roma, dove dicono si mobiliteranno un milione di persone.

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