L'incubo delle liste d'attesa non ha mai fine. La Stampa, grazie anche al contributo del Tribunale dei diritti del malato, ha monitorato l'attività dei Cup di Roma, Torino, Palermo, Milano, Bari, Reggio Calabria e Cagliari, tentando per ognuna di loro prenotazioni per 6 prestazioni: visita cardiologica e neurologica, elettrocardiogramma, risonanza magnetica del capo, ecografia all'addome e Tac al torace senza liquido di contrasto. Per le prestazioni differibili è stato dato un indice di priorità D: il nuovo piano prevede che debbano essere erogate entro 30 giorni per gli accertamenti, 60 giorni per le visite.
L'odissea
Sui tempi di attesa biblici c'è chi si difende affermando che si tratta di "indagine falsate" in quanto "si basano solo su segnalazioni di cittadini insoddisfatti", ma anche perché in molti "si rivolgono alla struttura vicino casa anziché a Cup cittadini o regionali che hanno l'agenda di tutto il territorio". Per poter procedere alla prenotazione è stata adottata una serie di strategie volte ad aggirare l'obbligo di prescrizione medica. Il risultato? Tutto sommato non cambia: tempi massimi fissati superati e spostamenti impossibili per anziani e non autosufficienti.
Per andare da Palermo a Castelbuono per una visita cardiologica è previsto un viaggio pieno di curve dalla durata complessiva di 1 ora e 23 minuti. Per raggiungere invece Bisacquino per un appuntamento con un neurologo bisognerebbe viaggiare per 1 ora e 40 minuti. Sono 74 i chilometri da percorrere da Reggio Calabria a Polistena per fare una Tac al torace. Ne sono 100 invece quelli per spostarsi da Roma a Cassino per sottoporsi a una risonanza al capo. Il dato del Censis parla chiaro: il 44% degli italiani, per almeno una prestazione sanitaria, decide di rivolgersi al privato. Fino a giugno le polizze malattie hanno incassato premi superiori al 14,7% dell'intero anno precedente.
Antonio Gaudioso reclama: "I Cup dovrebbero tenere conto di chi ha problemi di mobilità prima di fissare appuntamenti in centri raggiungibili con difficoltà". Il segretario nazionale del Tribunale dei diritti del malato ha voluto ricordare che, qualora si dovessero superare i tempi massimi fissati dal piano anti liste d'attesa, "si ha diritto alla prestazione privata con il pagamento del solo ticket".
Non mancano però le eccezzioni.
A Torino ad esempio si riesce a stare nei tempi prescritti, eccezion fatta per gli oltre 7 mesi di attesa per una risonanza al cervello. Luigi Icardi, l'assessore alla Salute, ha commentato soddisfatto: "Merito dell'impegno di medici, operatori e infermieri".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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