"Liquami in strada a Ercolano", il caso finisce in Parlamento

Scatta l'interrogazione del senatore Iannone (Fdi) al ministro Costa: "Il governo è a conoscenza di questi fatti che costituiscono un pregiudizio per cittadini e turisti?"

"Liquami in strada a Ercolano", il caso finisce in Parlamento

Liquami sulla strada nei pressi del mare e degli scavi archeologici”, scoppia il caso ad Ercolano, in provincia di Napoli, e la questione finisce in Parlamento.

Il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, ha presentato un’interrogazione diretta al ministro dell’Ambiente Sergio Costa per chiedere (e ottenere) lumi sulla situazione che già da giorni arroventa il clima politico nella città vesuviana e oppone la minoranza all’amministrazione targata Partito democratico. Da un lato, l'opposizione che documenta e parla apertamente di percolato, dall'altro l'amministrazione comunale che, invece, parla di liquami non classificabili, per legge, come percolato e, perciò, non dannosi.

Nel testo del documento, rilanciato dal senatore sulle sue piattaforme social, Iannone scrive: “Il Comune di Ercolano fino al 1969 si chiamava Resina ed è famoso nel mondo per gli scavi archeologici della città romana fondata, secondo la leggenda, da Ercole e distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. Ercolano insieme a Pompei fa parte dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco e il tratto del Corso Resina che dagli Scavi archeologici arriva fino a Torre del Greco è chiamato Miglio d’oro per le splendide ville del XVIII secolo allineate ai suoi lati. Inoltre da Ercolano parte la strada che conduce al Gran Cono del Vesuvio per la visita al cratere”.

E quindi, dopo l’ampia promessa, il parlamentare del partito vicino a Giorgia Meloni scrive: “Nei pressi degli scavi, in via Plinio, sorge un’isola ecologica dove camioncini della raccolta rifiuti trasbordano in autocompattatori che riversano sul manto stradale una notevole quantità di percolato che finisce addirittura nel mare poco distante. L’indignazione dei cittadini – tuona Antonio Iannone - non trova nessuna concreta soluzione da parte dell’amministrazione comunale di Ercolano che dovrebbe preoccuparsi di tutelare la salute, l’ambiente ed anche il decoro urbano al cospetto dei flussi turistici ingenti che si recano a visitare gli scavi”.

Quindi arriva la richiesta al ministro Costa e all’esecutivo: “Il governo è a conoscenza di questi gravi fatti che sfregiano il territorio e costituiscono grave pregiudizio per i cittadini di Ercolano e tutti i turisti? Il Ministro intende intervenire per porre fine a questo scempio che si

consuma, nell’indifferenza dell’amministrazione comunale di Ercolano, mentre da ogni parte del mondo vengono ad ammirare le vestigia di una civiltà che quasi duemila anni fa era più progredita di quella che si esprime oggi?”

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