Orsini si scatena in tv: "Vi dico io qual è il problema dell'Italia"

Nel suo solito monologo garantito a Cartabianca in solitaria prima del dibattito, Alessandro Orsini si veste di vittimismo e attacca gli italiani

Orsini si scatena in tv: "Vi dico io qual è il problema dell'Italia"

Ancora una volta, Alessandro Orsini è stato ospite di Cartabianca e ha goduto di un trattamento diverso rispetto agli altri ospiti, avendo modo di parlare in solitaria per circa 10 minuti per esporre il suo pensiero e replicare alle polemiche della settimana. Anzi, alle polemiche che accompagnano le sue apparizioni televisive da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina.

Per l'ennesima volta, infatti, Alessandro Orsini ha ribadito la sua posizione ma non ha mancato di sferzare l'Italia con parole ben poco gratificanti per il Paese in cui è quasi quotidianamente in tv con un tono costantemente autoreferenziale, non senza citare in svariati momenti i suoi libri, di cui l'ultimo è stato anche messo in grafica durante l'intervista. Immancabile anche il passaggio sulla presunta limitazione della libertà di espressione, nonostante abbia diritto ogni settimana a uno spazio in solitaria nel programma di Rai3 per esporre il suo pensiero senza contraddittorio che, ovviamente, viene commentato anche negativamente da parte di chi, in una democrazia, la pensa diversamente.

"Ho sempre condannato con la massima fermezza l'invasione, considero Putin un dittatore brutale. Sono un grandissimo sostenitore della società libera e aperta. Sono nati degli equivoci, per evitare le polemiche avrei voluto dire che sono stato strumentalizzato. Ma per stare tutti tranquilli dico che sono stati degli equivoci", ha detto il professore davanti a una sorridente Bianca Berlinguer davanti a queste ultime parole di Alessandro Orsini.

Il professore ha spostato tutto il discorso sul piano sociologico parlando di "violenza simbolica" su una domanda posta da una giornalista sulla condanna dell'invasione alla quale lui non ha voluto rispondere. Alessandro Orsini si è posto su un piano vittimistico rispetto all'opinione pubblica, ponendosi come unico baluardo nella difesa del pluralismo. "La violenza simbolica è importante non soltanto con riferimento all'Ucraina o quando mi dicono o ci dicono che siamo putiniani. Non dobbiamo identificarci con questa ingiusta etichetta. Se noi accettiamo lo stigma, e questo vale con le violenze psicologiche che subiscono gli omosessuali, le donne e i neri... Ci dev'essere la ribellione ribellione, fondamentale nel progresso", ha detto il professore.

Alessandro Orsini, salito sul pulpito che gli è stato offerto da Bianca Berlinguer a Cartabianca, ha puntato il dito contro la cultura italiana per gli attacchi che sta subendo in questo momento storico: "Quando l'uomo è sopraffatto da una quantità di informazioni che non riesce a gestire, io nei miei libri scrivo che entra in modalità codice binario, ossia un sovraccarico di informazioni e quindi diventiamo tutti filoputiniani o filoamericani", ha detto Alessandro Orsini. Il professore ha poi aggiunto: "La mente umana non è non è in grado di farsi carico di tutte queste informazioni. Per me è normale, perché è il mio lavoro, ma l'uomo comune, anche alcuni giornalisti e alcuni politici, non conoscono la politica internazionale, l'hanno scoperta all'improvviso e sono stati sopraffatti".

Il professore ci ha tenuto a dire che "noi abbiamo questo problema culturale in Italia, il nostro Paese non conosce la politica

internazionale, perché noi non ce ne siamo mai occupati. E ci sono tantissimi italiani che non capiscono e davanti a questa quantità di informazioni e questa trama così complessa, la mente si chiude e dice bene o male".

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