L'ora X

Anche in Ucraina siamo arrivati all'ora X, siamo entrati nella fase cruciale, quella che deciderà il destino di uno scontro che ha precipitato l'intero globo nelle atmosfere truci del secolo scorso

L'ora X

In ogni conflitto c'è un punto di svolta che può avere esiti diversi: la guerra può prendere una piega in favore di uno dei due contendenti, vedi lo sbarco in Normandia; oppure, dopo una serie di offensive e controffensive che lasciano sul campo migliaia e migliaia di vite umane si raggiunge un punto di equilibrio senza vinti o vincitori, vedi la tregua sul trentottesimo parallelo in Corea. Anche in Ucraina siamo arrivati all'ora X, siamo entrati nella fase cruciale, quella che deciderà il destino di uno scontro che ha precipitato l'intero globo nelle atmosfere truci del secolo scorso. Ma, come avviene sempre, nei momenti determinanti la guerra diventa più cruenta, crudele, si susseguono le iniziative diplomatiche, come pure i bombardamenti, i colpi proibiti, gli inganni.

Ci sono molteplici segnali che dimostrano come l'ora X si stia avvicinando. Con l'obiettivo di fermare un massacro si è mosso Papa Francesco che ha parlato in pubblico di un'iniziativa in corso e, quasi a conferma, è arrivato a Roma un messo del capo della Chiesa ortodossa, Kirill. All'Onu, invece, per la prima volta sia la Cina, sia l'India hanno giudicato l'operazione speciale di Putin un'aggressione. È già un passo avanti.

Sul piano militare Zelensky ha annunciato che nelle prossime ore partirà la controffensiva ucraina per riconquistare i territori occupati da Mosca nel Donbass e magari in Crimea. E probabilmente per scoraggiare il governo di Kiev si sono intensificati i bombardamenti russi per dimostrare che l'ex Armata rossa non soffre la penuria di munizioni e di armamenti di cui si è molto parlato.

Infine c'è la vicenda preoccupante dei due droni che sono caduti vicino al Cremlino che i russi hanno giudicato alla stregua di un attentato alla vita di Putin. Kiev nega di essere dietro all'operazione. Mosca, invece, punta l'indice contro i servizi segreti ucraini al costo di dare l'idea che la sua difesa aerea sia una groviera visto che per arrivare sulla sede del governo russo i due droni avrebbero dovuto viaggiare indisturbati per centinaia di chilometri. Un'ammissione di debolezza che non rientra nello stile del Cremlino. Ecco perché c'è chi insinua che l'attentato sia una messa in scena russa per poter mettere nel mirino Zelensky secondo la legge del taglione. Il solito Medvedev, che non ha peli sulla lingua, lo dice in chiaro: «Dopo oggi non ci sono altre opzioni che l'eliminazione fisica di Zelensky».

Appunto, nell'ora X, quando si decide un conflitto, nessuna opzione è esclusa. La speranza è che l'azione diplomatica eviti la prova di forza estrema. Scongiuri, nei fatti, un massacro visto che di morti questo conflitto ne ha provocati già tanti. Ma si sa, la ragione, la logica, è bandita nelle guerre altrimenti si troverebbero altre soluzioni.

E allora c'è il rischio che la svolta sia determinata dalle armi: Kiev dovrà verificare sul campo, costi quello che costi, se ha la possibilità di riconquistare il Donbass e la Crimea; o se, invece, il suo è solo velleitarismo e quindi deve acconciarsi al compromesso. Purtroppo questa prova del nove si farà su una montagna di cadaveri, dimostrando che la storia dell'uomo nel terzo millennio non è differente da quella dei due precedenti.

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