L'ultima follia di Equitalia: cartella da 0,12 centesimi

Dodici pagine di notifica per un debito irrisorio. La beffa: spese di notifica di 5,88 euro. E l'anomalia viene esportata all'estero

L'ultima follia di Equitalia: cartella da 0,12 centesimi

L’ultima follia di Equitalia è un importo: 0,12 centesimi. Succede che a un contribuente, Andrea Sossi, arriva una cartella riguardante la tassa sui rifiuti. Dodici pagine da stampare per un conto di 0,12 centesimi, appunto. In pratica, a seguito dello sgravio operato dal Comune di Milano, era questa la cifra che mancava per ottemperare al debito fiscale.

E così, su incarico dell’Amministrazione pubblica, Equitalia che fa? Iscrive a ruolo e crea una cartella da inviare al debitore. Dodici pagine, tra istruzioni, spiegazione della “sanzione” e bollettino, che già solo per stampare configurano uno spreco ben maggiore del debito stesso. A rendere il quadro ancor più surreale ci sono poi le spese di notifica: 5,88 euro. In totale la cifra stampata sul bollettino è dunque di 6 euro.

Il che configura già una grande anomalia dal momento che le spese di notifica equivalgono al 500% in più rispetto al debito stesso. Come se non bastasse, la follia di Equitalia viene esportata all’estero, dal momento che il contribuente in questione non risiede in Italia. Seppur incredulo ed esterrefatto, il protagonista della vicenda salda il suo debito entro i 60 giorni previsti dalla legge, ma se avesse superato questo limite, dal giorno successivo il debito sarebbe diventato di 0,13 euro e sarebbero partiti anche gli interessi di mora e i maggiori compensi per il servizio di riscossione.

Ora, a parte i costi sostenuti dal sistema riscossione (e quindi dallo Stato), a parte lo spreco di carta per la creazione della cartella esattoriale, a parte l’esportazione all’estero di questa assurda anomalia e a parte l’evidente sproporzione tra debito e spese di notifica, è così paradossale immaginare un range, una sorta di limite minimo al di sotto del quale si possa evitare che un ente di riscossione vada ad esigere da un contribuente un credito così irrisorio?

Si parla tanto di

fisco amico e semplice, ma in questo caso sembra esserci solo un fisco nemico e pignolo, che di sicuro non contribuisce a ripulire la propria immagine (ricca di esempi negativi) agli occhi dei contribuenti. Onesti.

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