L'unica preoccupazione per il prefetto di Roma Franco Gabrielli sono i profughi. Secondo il prefetto, intervistato dal Corriere, le legittime rivolte di ieri rappresentano "una chiarissima strumentalizzazione della protesta. Anzi, i cittadini si sono fatti strumentalizzare dagli estremisti". Il prefetto non ha affatto apprezzato la manifestazione contro l'arrivo dei migranti e accusa gli abitanti di Casale san Nicola: "Avrei apprezzato un atteggiamento più onesto. Sarebbe stato meglio che mi avessero detto semplicemente 'noi gli stranieri qui non li vogliamo'. Certo, non avrei condiviso il loro pensiero, ma almeno avrei capito che c’ era una posizione chiara e netta. E poi hanno permesso che solo i facinorosi occupassero la scena".
Intervistato anche dal Messaggero, Gabrielli spiega, però, di non sentirsi "un’ icona della sinistra, né mi faccio condizionare da CasaPound e dal centrodestra. Anche se non prendo in considerazione la parte che mi sostiene, ma mi interessa la parte che contesta". "Vorrei ricordare - sottolinea ancora - che ho soltanto applicato in maniera coerente un bando, usando allo stesso tempo il buon senso". Alla domanda se ci sia razzismo, Gabrielli replica: "Non voglio generalizzare, ma c’è una sindrome Nimby (acronimo inglese per Not In My Back Yard, Non nel mio cortile ndr) che è reale. La rappresentazione plastica di quanto sostengo è contenuta in alcune affermazioni che ho ascoltato oggi: ’io non sono razzista, ma...’'.
Il prefetto, quasi fosse una minaccia, fa poi sapere che "arriveranno altri profughi".
Per lui "l’unico percorso serio è quello di un recupero del buon senso", come se i manifestanti non ne fossero dotati. Infine Gabrielli, minaccia nuovamente: se si dovessero ripetere le proteste "andremo avanti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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