L'ultimo video della Rackete: "Ho deciso di entrare in porto da sola"

"Stiamo preparando la nave e ci aspettiamo di arrivare alla banchina in un'ora e mezza", ha annunciato la Rackete nella notte. Poi l'attracco a Lampedusa e l'arresto

L'ultimo video della Rackete: "Ho deciso di entrare in porto da sola"

"Ho deciso di entrare nel porto da sola, di notte è libero. Stiamo preparando la nave e ci aspettiamo di arrivare alla banchina in un'ora e mezza". Sono questele ultime parole, pronunciate dalla nave, della capitana della Sea Watch Carola Rackete. Poco dopo il videomessaggio, la nave della Ong è attraccata a Lampedusa e la capitana è stata arrestata.

"Siamo orgogliosi del nostro capitano, ha agito nel modo giusto. Ha insistito sulla legge del mare e ha portato la gente al sicuro", ha affermato il Ceo di Sea Watch Johannes Bayer, dopo la decisione della comandante di Carola Rackete di forzare il blocco.

Dopo 17 giorni in mare, la nave ha raggiunto nella notte Lampedusa. La Rackete è stata subito arrestata "per violazione dell'articolo 1100 del codice della navigazione, che richiama il comportamento del comandante o dell'ufficiale che commetta atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, ed è punibile con la reclusione da tre a dieci anni".

La capitana ha così trascorso la notte nella caserma della Guardia di finanza. Per lei è scattato l'arresto anche per "tentato naufragio". Durante la manovra di avvicinamento alla banchina, la Sea Watch ha infatti "schiacciato" contro il molo lamotovedetta della Finanza.

Ora Carola Rackete è agli arresti domiciliari. Secondo quanto si apprende, tra lunedì e martedì sarà fissata l'udienza per direttissima ad Agrigento nella quale, oltre alla convalida dell'arresto, verranno decise eventuali misure cautelari.

Per due volte, come ricorda il Corriere, alla comandante è stato intimato di non entrare in acque italiane. I magistrati le contestano di aver "fatto salire a bordo 53 extracomunitari mentre si trovava a 45 miglia dalla Libia favorendo l’immigrazione clandestina" e di non aver "obbedito all’ordine della nave della Guardia di Finanza".

Lei ribatte mostrando la mail inviata il 14 giugno per segnalare di aver soccorso "persone particolarmente vulnerabili

quali 9 donne di cui 2 incinte, 2 neonati, 4 minori non accompagnati, persone che hanno ustioni da carburante e 8 stranieri che riportano esperienze di schiavitù, torture e abusi anche sessuali e necessitano di cure".

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