Il masso che si è staccato dal tetto della stanza da letto si è schiantato "a un centimetro" dalla testa di suo marito. Pochi millimetri che significano salvezza.
Sharon Gentile parla in inglese scandendo attentamente le parole. Lui e Marco vivono in Irlanda: la frazione di Prati di Amatrice li attira ogni estate con il richiamo della famiglia. Qui il bis-nonno di Marco ha costruito le case ora passate ai nipoti. Nel cortile interno le pietre crollate dal muro laterale si mescolano con gli oggetti caduti a terra che Sharon sta cercando di mettere a posto. Pochi centimetri più in là e il sisma che ha messo in ginocchio il Centro Italia sarebbe stato fatale per suo marito.
"Nel cuore della notte abbiamo sentito un boato - racconta Sharon - poi Marco è stato sfiorato dal masso. Non si vedeva nulla. Le pareti si muovevano anche di un metro. Poi abbiamo cercato di uscire dalla porta principale, ma era bloccata". Così si sono rifugiati in cortile. Lei era scalza. Insieme ad altri 30 abitanti della frazione si sono radunati alla proLoco. "Era tutto buio - aggiunge Sharon - alcuni hanno acceso un fuoco per scaldarsi. Qualcuno ha portato delle coperte. Altri, spaventati, sono subito ripartiti per Roma".
Poco distante dalla loro casa vive il cugino Domenico. Era bloccato nello stabile, hanno tentato di aiutarlo "poi si è dovuto gettare giù dal balcone". Sta bene. Ora andranno a San Benedetto del Tronto per poi provare a cambiare il biglietto che a fine mese avrebbe dovuto riportarli a Dublino.
Sono tutti salvi, fortunatamente. Anche i due bambini strappati dal sonno dal boato del sisma delle 3.35. "Il più piccolo di 4 anni piangeva, dormiva insieme a me. L'ho preso in braccio per portarlo giù". Il più grande, se così si può dire, ha sei anni ed era nella sua cameretta. "Lo abbiamo trovato rannicchiato sotto le coperte - ricorda Sharon, commossa in volto - era spaventato a morte". La seconda scossa, intorno alle 4.30, è stata la materializzazione di un incubo.
"In una parola la definirei così: distruzione", chiosa la donna. "È Stato terribile", le fa eco Claudia, la cognata. Entrambe portano nei movimenti la concitazione di ore drammatiche.
Mentre parliamo, nel centro di Amatrice l'Hotel Roma che ospitava 80 persone crolla.
La notizia aumenta il dolore di Claudia e Sharon per una "terra che amiamo, Amatrice era bellissima". Era, appunto. Ora rimane poco o nulla.Molte vite sono state spezzate. I soccorritori temono oltre cento vittime. Tra loro non c'è Marco: forse solo grazie a quei pochi centimetri.
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