Addio a Massimo Bertarelli, giornalista e critico cinematografico. Aveva iniziato la sua carriera nel 1964 come redattore al Guerin Sportivo. Poi la sua strada professionale si incrocia con con quella de ilGiornale. Bertarelli infatti è stato uno dei fondatori insieme a Indro Montanelli e Mario Cervi. Per il quotidiano di via Negri si è occupato di diverse ribriche come ad esempio "Film in tv", "Guida ai film" e "Il dito nel video". In seguito ha anche collaborato con una video-rubrica cinematografica settimanale per il sito de Il Fatto Quotidiano. Tra le sue opere si ricordano "1500 film da evitare", Gremese Editore e "Il cinema italiano in 100 film" sempre di Gremse Editore. Diversi colleghi lo hanno ricordato sui social come Vittorio Macioce: "Sono i primi giorni di luglio. Lo vedo entrare nella mia stanza. Ha lo sguardo un po’ più triste. Lo abbraccio. Mi abbraccia. Mi dice: non sto tanto bene ma sono venuto a trovarti. Ben tornato a Milano. Per me è stato come un nuovo battesimo qui, un viaggio indietro di vent’anni. Massimo è la prima persona che mi ha accolto nell’ottobre del 2000 nella redazione cultura e spettacoli. Lo fece a modo suo, con una battuta spiazzante e con il cinismo di un romantico timido. Avrei voluto avere la sua ironia, quel modo dissacrante di raccontare il cinema e di fottersene dei grandi maestri. Mi ha insegnato a non prendermi sul serio. Mi diceva: la vera artista della tua famiglia è tua sorella. I suoi torroni sono poesia, noi buttiamo inchiostro su fogli destinati al macero. Non è proprio vero. Le sue recensioni sono la storia del cinema viste da uno sguardo controcorrente. Se ne va via uno degli ultimi fondatori del Giornale. Se ne va via una persona speciale. A tutti quelli che ancora non lo conoscono consiglio di leggere Massimo Bertatelli. Addio vecchio corsaro di un mondo che non c’è più".
Anche Maurizio Acerbi ha voluto ricordare "il re dei cine-consigli" con un messaggio su Facebook: "Oggi, con la sua scomparsa, è morta anche una parte di me. La sola consolazione è che da oggi avrà riabbracciato sua moglie, alla quale, immancabilmente, telefonava appena finita una anteprima. Un amore grande, come il suo per il cinema. Ciao Maestro". Un messaggio anche da parte di Marco Lombardo: "Conoscevo Massimo Bertarelli fin da quando ero piccolo: era un amico dei miei genitori che lo hanno pure aiutato in qualche disavventura che lui raccontava sempre con il suo humor, è stato il giornalista che leggevo sempre avidamente quando mio padre - lettore dal primo numero - portava a casa il Giornale. Era un figlio prediletto di Montanelli, che gli perdonava tutte le marachelle. Ma soprattutto a un certo punto è diventato un collega: lui tra i fondatori ed io giovane alle prime armi. Ricordo ancora il tavolone che occupava e dal quale lanciava battute feroci e divertenti, in linea con la sua vita sempre un po’ scanzonata. Mi scrutava ogni tanto, probabilmente era anche per poi far sapere a casa che andava tutto bene. Era una persona discreta, nel corso degli anni è come se fosse stato sempre a osservare a distanza esprimendo il suo affetto. Era famoso per i suoi sconsigli cinematografici e il mio sconsiglio e di piangerlo con dolore. Non ce lo perdonerebbe. E ci inchioderebbe con una battuta delle sue. Grazie di tutto, Massimo".
Un ricordo anche da parte di Pierluigi Bonora che ha voluto salutare così Bertarelli: "Massimo, grande amico e maestro, la battuta sempre pronta, l’ironia che faceva superare le giornate più pesanti in redazione. Una persona unica, inimitabile, sempre sorridente. Un Giornalista. Mi hai accompagnato nei miei primi timidi passi in redazione al Giornale nel 1989. Mi hai preso in giro un sacco di volte. Tu... Novarro, Tiziano... che ora rivedi e mi saluterai con grande affetto. Insieme alla tua amata moglie che il destino ti aveva portato via. E sempre un anno fa ci siamo rivisti, noi “vecchi” dell’era Montanelliana, al ristorante del compianto Novarro. E anche lì, nonostante la malattia tentasse in tutti i modi di prevalere, hai dato il meglio di te. Non mi sembra vero non ascoltare più i tuoi tormentoni, gli aneddoti sulle tue scommesse e il vecchio Indro.
Un altro pezzo di storia del Giornalismo che se ne va. Massimo, ti ho voluto un gran bene e ho fatto mie tante delle tue battute. Riposa in pace e salutami tutti". Tutta la famiglia de IlGiornale si stringe nel dolore alla famiglia di Bertarelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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