Il macellaio: "Mangiate la carne, non è cancerogena"

Dario Cecchini, il macellaio-poeta diventato simbolo della riscossa della carne anche di fronte ad altri momenti critici, reagisce così alla notizia per cui l’Oms ha definito cancerogene le carni lavorate e "probabilmente cancerogene" le carni rosse

Il macellaio: "Mangiate la carne, non è cancerogena"

"No agli allarmismi, viva la ciccia": Dario Cecchini, il macellaio-poeta diventato simbolo della riscossa della carne anche di fronte ad altri momenti critici, reagisce così alla notizia per cui l’Oms ha definito cancerogene le carni lavorate e "probabilmente cancerogene" le carni rosse. "Io non sono un esperto di carni lavorate perchè mi occupo di carne fresca - dice Cecchini dalla sua macelleria di Panzano nel cuore del Chianti - ma, anche per spirito toscano, sono contro la demonizzazione delle carni rosse". "L’uomo primitivo si è munito di arco e frecce per procurarsi da mangiare la carne: avrà rischiato il cancro ma ci ha portati fin qui...", dice Cecchini ricordando anche i momenti di difficoltà incontrati dalla carne, ad esempio durante l’allarme per il morbo della mucca pazza. "Alla fine - osserva - ne ha uccisi più la strada che la mucca". C’è anche un aspetto culturale, come sempre nella cifra di Cecchini, a favore della carne rossa: "Mangiandola si onora il sacrificio dell’animale". Già nel 2007 gli oncologi italiani lanciavano l’allarme sulla cancerogenicità delle carni rosse nelle parti "bruciacchiate", sicuramente le più saporite ma le più tossiche, perchè contengono idrocarburi.

Un elemento confermato oggi dall’Oms, che ha inserito le carni lavorate nel gruppo 1, il più a rischio, e le carni rosse nel gruppo 2A. I principali fattori di rischio di sviluppare neoplasia, "sono il forte consumo di carni rosse soprattutto se cotte alla brace, cibi affumicati, salati o conservati", dicono gli oncologi. Leader incontrasti del barbecue sono gli statunitensi: Ogni anno attira più del 70% della popolazione. Seguono gli australiani (60%), i francesi (55%), i tedeschi (50%).

Gli italiani che si dedicano a questo tipo di cucina figurano al quinto posto (38%), di poco superiori agli inglesi (32%). In particolare la Confederazione italiana agricoltori (Cia) ha stimato oltre 24 milioni di grigliate fatte in casa, in particolare di carne suina (42%) e di manzo (38%).

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