Manca l’interprete: salta il processo alla "Gomorra" cinese

Il processo, fissato nell'aula bunker fiorentina, è stato rinviato per l'assenza di un interprete della dialetto Fuijan.

Manca l’interprete: salta il processo alla "Gomorra" cinese

Grave battuta d’arresto nel processo avviato dal tribunale di Prato nei confronti di Zhang Naizong, il cittadino orientale accusato di essere al vertice delle organizzazioni criminali cinesi di tutta Europa.

Nell’aula bunker di Firenze, approntata per ospitare il delicatissimo processo che vede Naizong ed altri otto imputati orientali accusati di svariati reati legati agli scontri fra gang rivali, non era infatti presente un interprete capace di tradurre le intercettazioni dal dialetto del Fuijan. La lingua in questione è molto diversa dal mandarino e diffusa solo in un’area della Cina, pertanto l’individuazione di un interprete si è resa assai complicata.

Per il tribunale, presieduto dal giudice Francesco Gratteri, non è rimasto altro da fare che aggiornare il processo al 4 marzo, in attesa che venga trovato personale idoneo.

Non è la prima volta che l’udienza sulla mafia cinese di Prato si imbatte in problemi di traduzione. Le difese degli imputati avevano infatti già criticato la nomina di un perito del tribunale in quanto non di madrelingua cinese, ma araba. L’uomo, nell’osservazione poi respinta dalle toghe, si era dimostrato però in possesso di tutte le competenze necessarie a trascrivere le conversazioni.

Sarà quindi necessario aspettare almeno un mese per seguire gli esiti di un caso definito da tutti come la “Gomorra” cinese, nel quale sono emersi i preoccupanti tentacoli della mafia orientale in

Toscana, dediti alla gestione e al controllo delle attività illecite più disparate: dalla contraffazione di merci, ai trasporti, al gioco d'azzardo, alla prostituzione, alla droga, allo sfruttamento della manodopera clandestina.

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