Marmolada, stop alle ricerche via terra: "Non possiamo più scavare..."

Le speranze di recuperare superstiti dalla Marmolada si sono ormai spente e per i soccorritori è troppo pericoloso sostare lungo la parete

Marmolada, stop alle ricerche via terra: "Non possiamo più scavare..."

I soccorritori per oltre 24 ore hanno provato a effettuare le ricerche manuali sulla Marmolada. Si sono arrampicati sul costone dal quale si è staccato il seracco nel tentativo di trovare qualche superstite della valanga di massi e ghiaccio che si è staccata dalla montagna. Nella giornata odierna sono stati interrotti da un'ondata di maltempo che ha reso ancora più complicate le operazioni via terra e così è stata presa la decisione più dura, quella di sospenderle. Nessuno si arrampicherà più su quel costone roccioso per proseguire le ricerche, che da ora in poi verranno effettuate solamente dai droni.

Trovare sopravvissuti è, ormai, impossibile. L'unica cosa che si può fare è cercare i resti dei dispersi e recuperarli per riconsegnarli alle famiglie. È "alquanto impossibile pensare che a più di 24 ore dal crollo possa esserci chi si sia salvato da un fiume di ghiaccio, sassi e rocce", dicono con la voce mozzata gli uomini che nelle ultime ore hanno tentato il tutto e per tutto per tenere viva la speranza dei familiari. La scelta di interrompere le ricerche via terra nasce soprattutto dalla necessità di tutelare la vita degli uomini impegnati nel soccorso: un altro blocco alto 40-50 metri è rimasto sospeso ed è destinato a franare. Impossibile stabilire quando cadrà, tanto che tra le ipotesi al vaglio c'è anche quella di una frana controllata per mettere in sicurezza il costone di montagna.

Sarà sempre più difficile prossimamente, ritrovare i dispersi, almeno per quanto riguarda i resti nella parte più alta della via su cui è arrivata la frana. Alcuni escursionisti, infatti, potrebbero essere precipitati nei crepacci e lì inghiottiti dalle gole che si trovano lungo la via 'normale'. Più semplice, invece, dovrebbe essere il recupero delle vittime della parte inferiore, tra ghiaccio e detriti. "Si va solo a recuperare qualcosa in superficie. Non possiamo più scavare, la massa di neve si è talmente consolidata che non si può incidere nemmeno con un piccone", ha spiegato Maurizio Dell'Antonio, del Soccorso alpino nazionale.

L'allerta per il rischio di crolli da altri ghiacciai è altra.

In queste ore è scattata in Val Ferret, dove il rischio riguarda il ghiacciaio di Planpincieux, sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, a causa del temporale previsto in serata. L'allerta è per una porzione di ghiacciaio da circa 400 mila metri cubi che si muove fino a un metro al giorno.

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