Aveva percorso non più di 2.472 passi quando uno sconosciuto l'ha aggredita alle spalle con un coltello, infierendo per almeno 20 volte. Così Marta Novello, studentessa di 26 anni, si è ritrovata in una pozza di sangue sul ciglio della strada che corre lungo la campagna di Marocco di Modigliano Veneto, in provincia di Treviso. Ad aggredirla è stato un quindicenne modiglianese che l'avrebbe colta di soppiatto salvo poi trafiggerla per otto volte al torace. E mentre la ragazza, sottoposta ad un intervento chirurgico ai polmoni all'ospedale Ca'Foncello, ora lotta per la vita, gli investigatori cercano di fare luce sulla drammatica vicenda. L'ipotesi di una tentata rapina finita male non convince: ci sono ancora molti punti oscuri nella ricostruzione dell'accaduto.
L'ipotesi "debole" della rapina
Troppo sangue, e troppa ferocia, per un tentativo di rapina degenerato in tragedia. All'indomani dell'accaduto, i carabinieri di Treviso, che indagano sul movente dell'aggressione, formulano nuove ipotesi. Posto che il giovane avesse avuto bisogno soldi (probabilmente per comperare della droga, sospettano gli inquirenti) sfugge il motivo per cui si sarebbe accanito con foga quasi inesauribile sulla ventiseienne, fino al punto da trafiggerla al corpo per ben 20 volte. Perché? Al netto di ogni ragionevole dubbio, i militari dell'arma non scartano l'eventualità di un tornaconto personale, la ribattuta esasperata ad un torto subito più che a una reazione imprevista da parte della vittima. "L'ipotesi di iniziale è quella di una rapina - spiega il tentente colonnello Ermanno Luigi Magistris, comandante della compagnia di Treviso, alle pagine de Il Messaggero - Però le stiamo vagliando tutte e non ne tralasciamo nessuna".
Il giallo della borsa
C'è un dettaglio in questa drammatica vicenda che non è sfuggito agli investigatori. Marta, quando è uscita di casa per una passaggiata, poco prima delle ore 17 di lunedì 22 marzo, non ha portato con sé la borsa. Dunque, cosa ha indotto l'aggressore a pensare che la ragazza fosse provvista di contanti? Ma c'è dell'altro. Data per attendibile l'ipotesi della rapina, e che la giovane fosse quindi una vittima casuale, perché il 15enne le avrebbe inferto delle coltellate alle spalle prima ancora di provare a sottrarle eventuale danaro a mani nude? Da ultimo, perplime la scelta dell'aggressore di assaltare la donna in pieno giorno, peraltro in una strada tutt'altro che defilata (a pochi passi del luogo del misfatto c'è un agriturismo), col rischio di essere intercettato dai numerosi podisti in transitano nella zona. Anche questo è un aspetto da chiarire.
La chat del 15enne
Stando a quanto riferisce Il Messaggero, pressappoco all'ora di pranzo, il 15enne avrebbe intrattenuto una chat con alcuni amici. Alla conversazione hanno partecipato 7 ragazzini, tutti più o meno coetanei. "Chi esce oggi?", domanda il giovane. Gli risponde solo uno: "Nop" (che nello slang degli adolescenti sta per ''no"). Dunque, un pomeriggio apparentemente tranquillo che poi, però, sembra aver preso una piega ben diversa: drammatica. Il minorenne sarebbe uscito di casa, nel primo pomeriggio, armato di coltello da cucina lungo 10 centimetri, in sella alla sua bicicletta. A poche centinaia di metri dalla sua abitazione, avrebbe incrociato Marta. A quel punto, sarebbe esplosa una foga incontenibile, tanto da abbandonare la bici sul ciglio della strada e infierire sulla 26enne. C'è qualcosa che non torna.
Le perplessità degli amici di Marta
Fuori dal bar del Paese, si sono radunati gli amici della studentessa che non nascondo le loro perplessità sul terribile accaduto. "Non è stata una rapina - dicono all'unisono - Li hanno visti camminare insieme per 200 metri. Forse lui l'ha seguita". Un motivo in più per credere che Marta non fosse un bersaglio casuale. Anzi. Le testimonianze finora raccolte sembrano suggerire l'ipotesi di un assalto dettato dal rancore: forse, è stato respinto dalla ragazza a seguito di un tentativo di approccio.
Nell'attesa che tutti i punti oscuri della vicenda, il 15enne resta in stato di fermo con l'accusa di tentato omicidio. L'avvocato Matteo Scussat, legale del ragazzo, non si sbilancia, pur facendo capire che il suo assistito intende collaborare con le autorità e chiarire i punti oscuri. I due hanno avuto un primo incontro lunedì sera in caserma e un successivo colloquio ieri mattina in carcere, nel Centro di prima accoglienza di Treviso, dove l'adolescente si trova in una camera singola ed è "dispiaciuto e consapevole" secondo chi l'ha visto.
"Il pensiero della sua famiglia - dice il legale - va alla ragazza e ai suoi cari, in questo drammatico momento di dolore. Speriamo che lei possa uscire presto dalla fase critica. Dopodiché lui risponderà di quello che ha fatto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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